Livorno, sul Pontino i residenti "creano" il parco per mamme e bambini
La soddisfazione: «Abbiamo sottratto questo luogo al degrado»
Livorno Difficile pensare che nel cuore del Pontino, quartiere dalle strade strettissime e dagli spazi angusti possa esser nato uno spicchio di verde. E invece da qualche settimana è sorta una piccola oasi – subito ribattezzata “il parchino” –, che si trova in fondo a via della Cappellina (lato via Garibaldi) nella intersecazione tra via Pelletier e via San Luigi a venti metri dalla casa su cui una targa di marmo ricorda la nascita del patriota Luigi Bartelloni.
L’area sarebbe stata un anonimo slargo se Silvia Ghelardi, Catiuscia Caleo e altre persone del quartiere (Rosy, Enrica, Bruno, Silvia, Roberta e Carla) non si fossero messe al lavoro per trasformarla in un luogo fruibile dai residenti. Che oggi appare con le sue piazzole per i fiori, un paio di aiuole e due linde panchine.
«È stato sottoscritto un patto di collaborazione con il Comune - spiega Ghelardi – con il quale ci impegniamo a curare questo fazzoletto di terra. L’amministrazione, da parte sua, ci aiuta».
Silvia Ghelardi in fatto di impegno nel civismo è “figlia d’arte” in quanto nipote di Alfredo Simonini ex presidente del quartiere che dedicò gran parte della propria vita a vitalizzare i luoghi del Pontino tant’è che poco lontano dalla piazzetta vi è una via a lui dedicata.
Un cartello apposto su un muro della piazzetta sta là a ufficializzare l’intesa tra cittadini e Municipio.
Tantissimi anni fa qui sorgeva una caserma dei carabinieri poi demolita. Il luogo ha un che di magico, una stretta curva sembra che ti porti in un vicolo cieco ma in realtà dopo pochi metri trovi una voltina e da lì sbuchi a sorpresa in via Garibaldi.
«Ci siamo impegnate per sottrarre questo posto al degrado – racconta Caleo – e non solo con la cura degli spazi e del verde: ultimamente nel contesto del percorso di presentazione dei libri organizzato dal Comitato per il Pontino un racconto è stato presentato proprio qui».
Un grande murale appare su un muroo, che in origine era stato realizzato dai ragazzi delle scuole XI Maggio. «Peraltro la nostra attività, sia culturale, sia manutentiva fa sì che si sia allontanato il luogo di spaccio che inevitabilmente si crea in zone disagiate», sottolineano le donne del quartiere.
Gli anziani e le mamme con i bambini hanno cominciato a vivere il parchino. Dove c’è anche un’area di sgambata per i cani? «Anche se in passato ci sono stati momenti di incomprensione con alcuni proprietari, problemi fortunatamente quasi risolti. Vedevano di cattivo occhio la nostra attività perché temevano che limitasse la zona d’azione per i cani».
È stata tolta pure una recinzione che delimitava il parchino con la strada pedonale su richiesta specifica dal consigliere per le disabilità del Comune Valerio Vergili la cui mamma Angela De Quattro, è stata storica insegnante del quartiere e artefice di momenti di socialità come la realizzazione del murale. «Era una donna che lavorava per includere – raccontano Ghelardi e Caleo – e la recinzione al figlio giustamente non piaceva. Un simbolo negativo. Sarebbe una bella cosa se il parco fosse dedicato a lei». l