Livorno, gli architetti Pieri e Barontini realizzeranno il nuovo Parco della Giustizia di Bologna
I due professionisti al concorso internazionale: il loro progetto si aggiudica il prestigioso incarico
LIVORNO «Dietro questo grande successo internazionale ci sono decine e decine di concorsi e di gare perse. Eutropia ha dedicato negli ultimi venti anni infinite ore di lavoro allo strumento concorsuale: è innegabile che ci sia grande entusiasmo». Soddisfatti per il loro lavoro, gli architetti livornesi Valentina Pieri e Luca Barontini, soci fondatori di Eutropia Architettura, commentano il percorso che ha portato il loro progetto –“Nuovo Portico per Bologna”- ad essere il vincitore di un concorso pubblico internazionale per il rifacimento del Nuovo Parco della Giustizia di Bologna.
«Alla soglia dei quarant'anni riceviamo una grande visibilità nazionale ma anche un grande onere ed una grande responsabilità –continuano i due vincitori-. Sicuramente più che un traguardo raggiunto, la vittoria del concorso per il Nuovo Parco della Giustizia di Bologna rappresenta per noi un punto di partenza». Il progetto, vinto insieme a Ipostudio, prevede la realizzazione del Nuovo Parco della Giustizia di Bologna all’interno di un’area industriale dismessa, organizzando la complessa macchina giudiziaria all’interno di un più ampio intervento di riqualificazione urbana. Dietro la vittoria dei due studi c’è un ampio team interdisciplinare, che ha visto la collaborazione con le realtà bolognesi Area Proxima e Studio Sazzini. «Abbiamo fuso la nostra esperienza internazionale con un profondo radicamento al territorio – dichiarano i vincitori-. Il contributo dei locali è stato prezioso e decisivo per la buona riuscita del concorso».
Non è il primo progetto che i due studi vincono insieme: infatti Eutropia e Ipostudio hanno vinto anche il concorso per la riqualificazione di Via Grande, a Livorno. «Lo strumento del concorso per noi progettisti è il mezzo più democratico di espressione, che ci permette di misurarci ad armi pari con realtà molto più potenti della nostra», dice Pieri. Ed è proprio questo che spinge questo team di architetti a partecipare ai concorsi. A fare eco alla collega è Barontini: «è l’ambizione di poterci misurare con alcuni tra i più grandi studi di architettura al mondo, consapevoli d' avere il vantaggio di giocare in casa, a farci mettere in gioco». «I due progetti sono prima di tutto due restauri in cui il progetto cerca di assecondare la vocazione degli spazi preesistenti consentendo di individuare le zone di massima tutela e di massima trasformabilità per calibrare un intervento leggibile come naturale evoluzione del comparto», spiega Pieri. Anche Barontini risalta l’importanza della riqualificazione delle due città: «Gli innesti di nuova progettazione sono in entrambi i casi finalizzati alla valorizzazione a lungo termine del patrimonio esistente che potrà essere recuperato sia in termini architettonici che funzionali nel pieno rispetto della sua tipologia originale».
In entrambi i casi, specificano gli architetti, si tratta di un progetto di “grande portico”. L’importanza del territorio è nel dna di Eutropia. «Come nella città invisibile di Italo Calvino, da cui lo studio mutua il nome, Eutropia è non uno ma tutti i suoi componenti, dalla cui interazione e complicità nasce ogni progetto attraverso percorsi di scambio, incontro, confronto, intuito e sintesi.
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