Livorno, le telefonate di Castelli, gli amori di Salvetti e gli scrutini notturni. Ecco i 50 anni del liceo Cecioni
Celebrazione tra ricordi e aneddoti. Il provveditore Simonetti: «Qui gli insegnanti fanno scoprire il mondo»
LIVORNO. «Tante persone vogliono benene al liceo Cecioni. Basterebbe questa frase per chiudere il mio intervento», dice il dirigente scolastico del liceo di via Galilei, aprendo la cerimonia per il cinquantennale della scuola, davanti all’aula magna gremita di docenti in carica ed ex professori.
Fondato nel 1973 come liceo sperimentale dall’allora preside Luciano Castelli, per omaggiare i cinquant’anni di un istituto che è centrale nel panorama scolastico livornese, ieri è stato presentato il libro “Cecioni nel cuore”, edito dalla casa editrice Associazioni liberi autori, e curato da due ex vice-presidi dell’istituto, Maria Conti Alasso e Gabriella Luise, e da un’altra docente del Cecioni, Anna Maria Citi.
È stata un’occasione per ricordare i tanti momenti che hanno reso il Cecioni quello che è oggi: una scuola che ha nel suo dna l’innovazione e l’attenzione agli studenti.
«Nel 1975 ricevetti una telefonata dal preside Castelli, che non conoscevo. Mi chiese se volevo partecipare alla sua nuova avventura, a metter su un liceo sperimentale»: inizia così il racconto dell’ex vicepreside Alasso, che tra un’incertezza economica e una gran voglia di fare qualcosa di nuovo e positivo per i suoi studenti è rimasta ancora tanti anni al Cecioni dal quel giorno in cui Castelli le telefonò.
«All’inizio lavoravamo davvero tanto, e senza esser pagati per le ore in più –racconta la veterana del Cecioni –. Una volta, quando eravamo ancora in via Crispi, finimmo uno scrutinio alle 11 di sera, tant’è che il guardiano pensava avessimo finito e ci chiuse dentro».
Anche l’altra ex storica vicepreside racconta il suo Cecioni. «Sono stata una studente del Cecioni, ho insegnato solo qui, e poi son diventata vicepreside – si inorgoglisce Luise –. E anche le mie figlie si sono diplomate in questa scuola. Sfido a trovare qualcuno più cecioniano di me».
Presenti alla cerimonia anche il sindaco Salvetti e il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Andrea Simonetti. «Gli insegnanti non insegnano solo la loro disciplina, ma devono trasmettere anche l’amore per la loro materia – dice Simonetti –. Ho fatto il vicepreside di questa scuola: qua gli insegnanti guidano i ragazzi alla scoperta del mondo, facendo loro scoprire tantissime passioni. Da qui escono ragazzi brillanti».
Anche per il sindaco il Cecioni è un posto speciale. Un posto del cuore: «Quando venivo qui a scuola era usanza dell’epoca che i maschi di seconda si incontrassero con le nuove arrivate, di prima. Io a quindici anni conobbi mia moglie, e dopo oltre 40 anni stiamo ancora insieme».
Il libro presentato ieri è acquistabile nella libreria Libri nuovi a metà prezzo Livorno in via Garibaldi 8. I proventi della vendita del libro saranno devoluti all’Associazione cure palliative di Livorno.