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La manifestazione

Livorno, in duemila in piazza Grande per la fiaccolata contro la violenza sulle donne. “Vogliamo essere libere” – Video

di Luca Balestri

	La fiaccolata in piazza Grande (foto di Franco Silvi)
La fiaccolata in piazza Grande (foto di Franco Silvi)

Donne e uomini in piazza per dire no alla violenza di genere

25 novembre 2023
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LIVORNO. «Siamo in tante e in tanti qui oggi. Al di là delle aspettative non avevamo dubbio della risposta della città. Siamo qui insieme oggi per dire no alla violenza maschile contro le donne. Per Giulia e per tutte!». Inizia con le parole della vicesindaca Libera Camici, davanti a oltre duemila persone, la fiaccolata -250 le fiaccole consegnate dalla protezione civile- in piazza Grande per manifestare contro la violenza di genere. E per ricordare le vittime dei femminicidi. Quest’anno le donne uccise dagli uomini -ex compagni e compagni, ex mariti e mariti, fratelli, amici, sconosciuti- sono state oltre 106. La prima il 2 gennaio: Giulia Donato. L’ultima il 21 novembre: Rita Talamella. E in

piazza questi nomi vengono scanditi tutti, uno a uno, dopo che è stata letta la poesia peruviana Cristina Torres Caceres "Se domani non torno, distruggi tutto", che dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin è stata riportata in auge sui social. Con evidenti lacrime e commozione di molte e molti partecipanti, di tutte le età.«Questa situazione non è normale, tutti questi femminicidi sono una mattanza -prosegue la vicesindaca-. È evidente e palese che tutto ciò che è stato fatto finora per contrastare il fenomeno non è sufficiente. Non è sufficiente pensare di inasprire le norme nessun inasprimento delle pene ha portato alla

diminuzione del reato, che è sistemico».

Si deve quindi agire sulla prevenzione, fornendo gli strumenti per conoscere e riconoscere ogni forma di violenza. E i ragazzi e le ragazze a scuola devono essere educati all’affettività e alla sessualità, per decostruire lo stereotipo frutto della cultura patriarcale che relega le donne in condizione di inferiorità rispetto agli uomini. «E proprio su questo tema negli ultimi giorni ho letto delle frasi che mi hanno fatto rabbrividire -continua Camici-. Un giovane ragazzo ha scritto "bruciate il femminismo, ridateci il patriarcato", sottintendendo che la violenza sulle donne sia causata dall’emancipazione femminile. È inaccettabile!».

Dopo aver rigettato la frase Camici fa il nome dell’autore del post facebook: «a scriverlo è stato il coordinatore provinciale dei giovani salviniani di Livorno (Lorenzo Gasperini, ndr)». Dopo il boato di disapprovazione della folla per il post, la vicesindaca continua, elogiando la risposta della città alla violenza di genere. «La nostra città, e questa partecipazione ne è una testimonianza, è una città viva, che davanti a questa mattana ha messo in pratica diverse iniziative -spiega Camici-. Penso al consultorio per i giovani, al Centro Donna, al Centro antiviolenza Randi, al Centro antiviolenza Ippogrifo. È giunto il momento di non stare più in silenzio. Non siamo, non siete sole!».

La voglia di lottare delle donne, soprattutto delle giovani ragazze livornesi, è tanta. A dimostrarlo anche un corteo non previsto, dopo la fiaccolata, che ha

visto la folla spostarsi in piazza Attias, a suon di slogan come "l’autodifesa è nostra e non la deleghiamo, fiducia nello stato non ne abbiamo!". E ancora: "non una, non una, non una di meno!". Arrivate in piazza Attias, dopo aver letto la poesia di Torres Caceres, diverse ragazze hanno condiviso con i manifestanti gli abusi che hanno ricevuto nel corso degli anni. Emblematico il racconto della trentacinquenne Chiara: «Quando lavoravo in un ristorante, a fine turno un mio collega mi ha toccato le chiappe. Quella sera sono tornata a casa e sono stata

zitta, non ho parlato con mia madre, che ne viene a conoscenza oggi per la prima volta. Dopo pochi giorni ho chiamato il mio datore di lavoro dicendo che non sarei più andata a lavorare. Mi ha risposto che era colpa mia».

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