Livorno, il provveditore dice no a tetti e numero chiuso nei licei
Simonetti: «Ma impossibili classi di 18 ragazzi»
Livorno «Quella del possibile numero chiuso al liceo Cecioni è una situazione straordinaria, che tutte le parti interessate devono fronteggiare insieme, per trovare una soluzione comune. Noi vorremmo percorrere altre strade: siamo pronti a partecipare a un tavolo di confronto con le altre realtà». Per il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Andrea Simonetti (ex preside dello stesso Cecioni) la soluzione può essere trovata solo con la triangolazione Provincia-Ufficio scolastico provinciale-scuole. Per Simonetti ci sono differenze tra le scuole che in questi giorni sono state al centro del dibattito pubblico e di un presidio ad hoc della Flc Cgil, i licei Cecioni ed Enriques. Per l’istituto di via Galilei parla di “situazione straordinaria”, per quanto riguarda l’Enriques il provveditore è sicuro che questa scuola non rischi di subire questa scelta.
«Questa situazione straordinaria non riguarda l’Enriques, ma solo il Cecioni – va nei dettagli Simonetti- Ma sarà oggetto di approfondimento». Per lui non è detto che l’eventuale argine alle iscrizioni del Cecioni generi un massiccio spostamento verso l’Enriques (che comunque non avrà più a disposizione da settembre degli spazi di Porta a Mare che contano 200 studenti). «Non è detto che l’eventuale argine alle iscrizioni del Cecioni equivalga a far aumentare le iscrizioni al liceo di via della Bassata – continua il provveditore – L’offerta formativa dei due licei coincide solo in parte. Per esempio, al Cecioni c’è l’indirizzo artistico. Il liceo artistico si può frequentare anche a Pisa. E ancora: c’è l’indirizzo Scienze umane, e questo indirizzo si può frequentare anche al liceo Niccolini Palli». Il Provveditore in qualche modo risponde anche a quello che la presidente della Provincia, Sandra Scarpellini, aveva auspicato nei giorni scorsi, ovvero la possibilità di formare classi più contenute, con 18-20 studenti, tali da poter usufruire per esempio delle aule con capienza ridotta di alcuni istituti, come via Goldoni succursale dell’Enriques e non solo. Richiesta rilanciata anche dai sindacati per ottimizzare l’uso degli spazi scolastici esistenti. «Se una classe partisse dalla prima con 18 alunni, sulla base dello storico, arriverebbe in quarta che avrebbe molto meno alunni, sui 12. Noi dobbiamo formare le classi sulla base di tutti e 5 gli anni». E chiude: «La normativa prevede che le classi debbano essere compose da 27-30 studenti. È normale che nel capoluogo di provincia, ci siano classi che sono in media più numerose rispetto alle altre zone».l