La guida
Lanzichenecchi a chi? Bimbi siete esagerati, alla faccia di “Erkann”
Viaggio in treno con due ventenni verso Roma
A me i giovani mi garbano. Sono andato in treno a Roma l’altro giorno c’erano due addormentati davanti a me, carinissimi, fidanzatini, bellini, direi sui vent’anni. Andavano al concerto dei “Muse”. Lei, magrolina vestita di chiaro, lui un pennellone moro, fisiàto, educatissimo. M’ha’nciampato il piede allungandosi ner dormiveglia, s’è scusato mille volte. «Non siete lanzichecchi?», n’ho chiesto. Poi li ho incalzati come si deve: «Bimbi, non mi deludete, quando scendiamo, andiamo insieme a spaccare qualche vetrina come sapete fare voi, eh?» , e poi ir domandone: «Come mai siamo seduti nello stesso blocco di posti da venti minuti e ancora non mi avete offerto della droga o non avete picchiato quella vecchia dall’altra parte del vagone?» . Perché diavolo non corrispondete alla descrizione che ha fatto Alain Erkann su Repubblica sur treno, forse perché stiamo andando a Roma e non a Foggia? Quer testo a me m’è sembrato la cosa più lontana dar mondo che abbia mai letto’n vita mia, forse perché a Alain Elkann i figlioli gliel’hanno cresciuti le badanti svizzere, la signorina Rottermaie’, ir nonno di Heidi o la nonna Pina delle tagliatelle; di siùro, me lo sento, lui non ha mai cambiato un pannolino’nzaccherato o cucinato una minestrina ar burro. A me i giovani, invece, mi garbano, dicevo. Ciò du’figliole “teen” e insegnando io i giovani li vedo, li frequento, ci parlo, ci interagisco e non sono malaccio. Son diversi dalla mi’generazione come io ero diverso da quella prima; un bimbo di dieci anni nell’82 era diverso da un bimbo di dieci anni der’65 o der’74. Non ci si può paragonà.
La malinconia’un deve contà quando si parla di tempo, altrimenti s’era tutti fermi a Cesare Ottaviano Augusto’mperatore, perché, guarda, come si stava bene quando c’era lui, poi, mai più. «Noi si giocava in cortile, loro stanno tutto ir giorno ar telefonino». Maremma’ane, se c’era a’nostri tempi ci saremmo stati anche noi! A mi’tempi inventarono ir Calippo: ’un si mangiava? L’Estatè’un si beveva? Sì. Si faceva tutto. Cianno fregato una volta e via con la “palla strumpallazza” e altri troiai inutili! E se ci fosse stato ir telefonino si sarebbe usato come loro e più di loro (siamo drogati anche noi grandi di telefonino come i giovani, solo che noi si dice che si usa per “lavoro”) , come quand’ero piccino inventarono le Consolle per gioà ai gioìni e ci si sfondava come oggi. L’unica cosa diversa è che i gioìni nostri facevano più caà, erano fatti con du’linee e ti dicevano che era ir “tennis” e noi ci si sfondava uguale.
Ora i giochi sono in 3D, in 4K, e noi bisognerebbe dinni di non giocarci, noi che si stava 16 ore ir giorno ipnotizzati su du’puntini colorati? Le generazioni fanno quello che devano fare: vivere il loro tempo per com’è, non se lo scelegono. Spero solo che un bimbo di ora, da vecchio, non si lamenti mai dei bimbi di domani paragonandoli, che ne so, agli Orchi der Signore dell’Anelli, i lanzichenecchi dell’Era di Erkann.