Il Tirreno

Livorno

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Scarcerato dopo l'omicidio di un anziano, il figlio della compagna: «Impensabile una decisione del genere»

Stefano Taglione
A sinistra Giacomo Casalati, condannato per l'omicidio di Nazzario Cerrai (a destra)
A sinistra Giacomo Casalati, condannato per l'omicidio di Nazzario Cerrai (a destra)

Livorno, il ristoratore Marco Brucioni commenta il ritorno a casa in regime di custodia cautelare col braccialetto elettronico di Giacomo Casalati: «Vorrei scappare dall'Italia per non leggere più cose del genere»

02 febbraio 2023
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«È impensabile una decisione del genere, vorrei fuggire dall’Italia per non leggere più notizie simili. Non credo più nella giustizia del nostro Paese, ho l’impressione che prima che la sentenza passi in giudicato trascorreranno ancora molti anni e Giacomo Casalati, che è stato condannato a 23 anni per l’omicidio del compagno di mia madre, si farà pochissimi anni di carcere. Non certamente la pena intera...». A parlare è il ristoratore livornese Marco Brucioni (nella foto in alto), titolare del “Ci Piace” di via Bacchelli, nell’area commerciale di Porta a Terra, e figlio della compagna di Nazzario Cerrai, l’anziano ucciso il 27 agosto del 2021 dal saldatore portuale nella sua casa di via Garibaldi. «Il messaggio che passa da questa vicenda – dice – è che non si sa più quale sia la vera strada da percorrere per raggiungere la legalità. Lo so che la carcerazione di Casalati era preventiva, so cos’è la custodia cautelare e che la sentenza non è definitiva, ma credo che se lui ora continuerà a comportarsi bene, in futuro, otterrà parecchi sconti di pena. Ogni anno che trascorrerà ai domiciliari varrà come un analogo periodo in carcere e in caso di buona condotta, ogni 12 mesi, gliene sconteranno tre. Credo che nel giro di poco tempo potrà ottenere la libertà vigilata e quindi, di carcere, nonostante l’omicidio ne farà veramente poco».

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