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Mercato Centrale, grandi idee e pochi fatti: quei progetti fermi da vent’anni

di Flavio Lombardi
Mercato Centrale, grandi idee e pochi fatti: quei progetti fermi da vent’anni

Il presidente dei commercianti livornesi tornerà a bussare all’assessore Garufo Sul tavolo la valorizzazione dei sotterranei e il sogno di diventare un’attrazione

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LIVORNO. Mercato delle Vettovaglie, il restauro, un rilancio in grande stile, il turismo, i prodotti di eccellenza del territorio. Questo è il mercato al coperto più grande d’Europa, progettato da Angiolo Badaloni secondo una concezione che la grande distribuzione applica attualmente (negozi a perimetro) e che testimonia la grandezza del pensiero e del tesoro che abbiamo ereditato, i cui lavori iniziarono nel 1889, terminarono 5 anni dopo e il costo di realizzazione fu di 4 milioni di lire. Dai primi discorsi, cominciati 25 anni fa, l’unica cosa realizzata per davvero, sono i lavori. Eseguiti all’epoca in cui assessore al commercio c’era un lungimirante Marco Bertini, al turismo Alberto Uccelli e sindaco Gianfranco Lamberti. Il primo agosto del 2000, il Tirreno raccontava riportando parole di Bertini, che il Mercato centrale «è per la giunta la chiave del rilancio del commercio nel centro storico cittadino, il fulcro per rivitalizzare le aree mercatali vicine, con in primo luogo piazza Cavallotti e via Buontalenti». Bertini sottolineava l’importanza del rilancio del comparto. E proseguiva. «Il mercato è al centro dei nostri interessi e ci stiamo muovendo su più direttrici: dagli investimenti per restauri e ristrutturazione, quattro miliardi e mezzo da qui al 2004, un’operazione che sta procedendo per lotti. Ci aspettiamo che progetti come quello che abbiamo avviato per realizzare una galleria del commercio e dell’artigianato livornese nel mercato centrale siano tenuti nella giusta considerazione. Infine non escludiamo certo l’intervento dei privati, che potrebbero essere molto interessati ad interagire con una realtà che funziona come il mercato». Seguirono sopralluoghi negli ambienti sotterranei e ai piani elevati con indicazioni reputate indicazioni di grande interesse.

Un salto lungo un po’ di anni, arrivando alla giunta Nogarin. Con assessora di riferimento, Paola Baldari. A cui può essere ascritto il merito di aver costituito e benedetto la consulta permanente sulle aree mercatali di cui Luigi Sena è coordinatore e presidente.

Ma uno dei gioielli di città, è sempre al punto di partenza come si fosse al gioco dell’oca. Perché evidentemente è mancata fino ad ora la capacità di dare seguito a tanti buoni proponimenti. Sfortuna, incastri sfumati, o incapacità. Madrid, Barcellona, Firenze, città a vocazione diversamente turistica da quella di Livorno, mettono a frutto dei “mercatucoli” al confronto, e noi, che sulla carta potremmo essere i “più ganzi”, giocandoci altre carte e su altri tavoli, continuiamo a guardare. Serve management imprenditoriale.

Il nuovo regolamento

Siamo in una fase in cui ci si avvia, se si vuole, al l’evoluzione della tradizione. Oggi, è in programma la riunione di Luigi Sena con l’assessore al commercio Rocco Garufo; al pomeriggio, la bozza sarà portata in commissione ed entro il 25 ottobre portato tutto in consiglio comunale per l’approvazione. Il regolamento vorrebbe e dovrebbe portare innovazioni. Fra cui una gestione di alcuni servizi interni, tipo il portierato, la vigilanza e la pulizia, affidandola senza più considerare facoltativa l’adesione al consorzio, ma rendendola obbligatoria per tutti gli esercenti. Seguendo l’idea di passare questo tipo di servizio ai commercianti. Passaggio importante, perché rende motivazione necessaria per avviarsi verso l’eccellenza. Con il nuovo regolamento arriverà conseguentemente il bando di assegnazione di banchi e fondi attualmente liberi: una trentina, assieme a quattro fondi. Tutti ben posizionati.

Le ipotesi

Luigi Sena, presidente del Consorzio del Mercato, suggerisce il futuro. Come fa da almeno dieci anni, del resto. «Servono attività che fungano da vetrina dei prodotti tipici della Toscana e in modo particolare della nostra provincia – dice –. Pensiamo ai vini, andando sul concreto. Hanno una forte rilevanza internazionale e potrebbero avere interesse ad avere una vetrina anche qui. Esposizione e vendita in una location invidiata nel mondo. Tutto ciò, unito alla somministrazione non assistita, cioè il tizio che prende un panino col prosciutto “speciale” prodotto nella zona e lo consuma in spazi pubblici che qui si possono realizzare assieme ad altri che sarebbero invece gestiti direttamente da chi intendesse avere anche accanto l’attività. Tipo quelli delle Vettovaglie adesso. Qui, ci sono anche banchi nati per una enogastronomia che distribuisca panini con salumeria ittica, ad esempio. Serve una scossa, insomma. E abbiamo già perso troppo tempo. L’assessora all’urbanistica, l’architetta Viviani, quando venne in visita andando fino ai sotterranei, restò estasiata. Non si è dimenticata e assicura che ci sta lavorando, tenendo conto delle indicazioni che possono arrivare dalle Belle Arti». Sena è un fiume in piena, ha tanto da dire e da proporre. Aspetta da tempo l’interlocutore giusto, prima di farsi da parte, visto che il suo mandato non è eterno.

Tradizione e scuola

Sena prosegue. Non prima di aver notato una trentina di crocieristi che nel mezzo del salone centrale, consumato ponci alle 10.30 del mattino, saltano incitati da una guida ripetendo “chi non salta è un pisano” e che subito dopo chiedono dove sono i bagni. Scuote la testa, impossibile dargli torto. Turismo sub culturale. Serve altro. E allora ecco che torna sul concetto, osservando lo striscione che inneggia a Modigliani, «vedi, lassù al primo piano per un periodo c’è stato lo studio del grande Dedo. Facciamoci studi per pittori macchiaioli. Diventerebbero meta turistica. C’è l’appartamento del custode, 300 metri quadrati. Contattai una scuola di chef famosissima di Parma per farci una succursale e specializzare ragazzi del territorio da mettere in cooperativa per far nascere poi una ristorazione nelle ex ghiacciaie che si sviluppano su 800 metri quadri nei sotterranei». Insomma, da oggi, questa amministrazione, ha un altro match point a disposizione da giocare per il futuro, dopo aver chiuso praticamente la partita del primo mercatale di zona Buontalenti/Cavallotti. Coinvolgere ora aziende importanti a costo zero e posti di lavoro diretti e indiretti, da costruire. Si può fare? Proviamoci. l
 

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