Il Tirreno

Livorno

La protesta

Falò delle bollette davanti all’Eni store di Livorno: «Troppe speculazioni, faremo un esposto in Procura»

di Federico Lazzotti
Falò delle bollette davanti all’Eni store di Livorno: «Troppe speculazioni, faremo un esposto in Procura»

L'allarme del sindacato Asia Usb sul carovita: «Aumenti ingiustificati, Bar ristoranti e piccoli negozi saranno stritolati»

03 ottobre 2022
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Livorno Quando i sindacalisti di Asia Usb si sono dati appuntamenti: a mezzogiorno davanti agli uffici dell’Eni, lungo gli scali Manzoni, per protestare contro il caro vita, erano certi di vedere la sede aperta. Invece, davanti all’ingresso, hanno trovato un cartello che annunciava la chiusura «per un corso di aggiornamento fino alle 13».

Nonostante ciò – che ha impedito «di parlare con i clienti che si presentano per rateizzare le bollette» – hanno comunque proseguito con il presidio contro il caro bollette organizzato rispondendo alla chiamata della federazione sindacale mondiale Wftu, che si è svolto, oltre che a Livorno, in altre tredici città italiane. E si è concluso con un gesto provocatorio: il falò delle bollette.

«Eravamo una cinquantina di persone – racconta Giovanni Ceraolo, sindacalista Asia Usb – tra delegati e rappresentanti di famiglie in difficoltà che seguiamo come Asia. In realtà in questa fase, più dei nuclei composti da chi non ha reddito dove un aumento del 50% delle bollette ha certamente un peso importante, a rischiare di più sono le piccole attività come bar, ristoranti, negozi che purtroppo saranno i primi a saltare, costretti a chiudere». Quello che preoccupa di più il sindacato è ciò che accadrà nei prossimi mesi quando arriveranno le bollette con i rincari scattati dal primo di ottobre.

«L’incidenza la vedremo nei prossimi mesi – prosegue Ceraolo – Ecco perché dovremmo farci qualche domanda. Chiederci, insomma, se questi aumenti siano solo legati alla crisi energetica e alla guerra, oppure dietro ci siano delle speculazioni. Una teoria, non certo frutto di ricostruzioni fantasiose visto che il primo a dirlo è stato il ministro Cingolani».

Il ragionamento è di sistema. Perché a Livorno, come in tutto il Paese, l’aumento delle bollette e dei prodotti di prima necessità non sta andando di pari passo con l’incremento dei salari. «In altri paesi esiste il salario minimo oppure, vista la situazione, si stanno facendo dei correttivi aumentando gli stipendi. Qui da noi si tratta di un intervento complicato perché le aziende sono in crisi e nessuno può chiedere che aumentino i salari».

Il piano della federazione sindacale mondiale Wftu è quindi quello di segnalare a diverse procure la questione delle presunte speculazione. Il primo esposto è stato depositato ieri a Roma. «Lo faremo anche a Livorno – annuncia Ceraolo – confidando nel lavoro della magistratura».

A livello nazionale la critica è chiara: «Non si è ancora insediata e già ha spiegato che scherzava. Giorgia Meloni – si legge in una nota – sta andando disciplinatamente ogni giorno a lezione dal professor Draghi. Da quel governo che ha sempre contestato, assicurandosi la vittoria nelle elezioni, adesso vuole apprendere tutti i segreti del buon governo. Buttate alle ortiche le presunte differenze sbandierate per catturare voti, ecco resuscitare il filoatlantismo, la cautela economica, il rifiuto dello scostamento di bilancio che potrebbe dare un po’ di fiato all’economia, la condanna della scelta della Germania di fare da sé, dimenticando che da sempre la sua parte ha rappresentato la parodia nostrana del nazionalismo e del sovranismo».

 

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