Il Tirreno

Livorno

Il furto

Rubato ancora il sasso della canina Kyra dal “Mare dei ricordi”

di Alessandro Lazzerini
Rubato ancora il sasso della canina Kyra dal “Mare dei ricordi”

Mario Bartoli, ideatore del meraviglioso angolo alla Scalinata non si ferma: «650 persone sono ricordate qui, certi gesti oltraggiano l’amore di migliaia di famiglie»

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LIVORNO. Quando lo raggiungiamo telefonicamente ha l’acqua che gli arriva alle ginocchia perché Mario Bartoli è proprio alla Scalinata di Antignano, nel mezzo del suo mare dei ricordi, a spazzolare e sistemare, come fa ogni giorno, le centinaia di massi presenti con i nomi più svariati. Dal tono di voce di Mario è facile intendere che c’è qualcosa che non va. «Il ricordo di Kyra, la mia canina, è stato rubato per la quinta volta. L’ultima volta era avvenuto il 6 settembre e adesso dopo quattordici giorni ci risiamo. Mi dispiace per la mia Kyra, ma più di tutto mi disturba la mancanza di rispetto, l’oltraggio al ricordo di oltre 650 persone, che vuol dire migliaia e migliaia di persone, tra le famiglie, che hanno deciso di mettere il loro ricordo qui per non dimenticare i loro cari».

Il “mare dei ricordi” è diventato un luogo simbolo di Livorno, conosciuto in tutta Italia e con tantissime persone che quotidianamente si recano alla Scalinata per posizionare il loro ricordo o passare per ritrovare in qualche modo il contatto con chi non c’è più. «Tanta gente si ferma a guardare questo luogo che ha ormai ricordi da tutta la nazione. Mi hanno chiamato da Monza, da Viterbo, da Roma e tanti altri posti ancora. Dietro ci sono storie tanto belle quanto tragiche di persone che hanno perso i loro affetti. La scorsa settimana una famiglia di Firenze è venuta per ringraziarmi, dicendomi quanto questo luogo significasse per loro. Mi sono commosso. Ecco, non capisco come certa gente non riesca a capire l’amore che provoca questo luogo e lo oltraggi così».

Un posto unico nel suo genere che vanta tantissimi ammiratori in tutto il Bel Paese e che anche a Livorno ormai rappresenta un punto di riferimento. Questo è testimoniato dai numerosi messaggi di rabbia e indignazione inviati sotto al post Facebook dell’ennesimo furto del sasso di Kyra. Ma Bartoli non vuole certo arrendersi e il suo meraviglioso progetto andrà avanti ancora con più forza. «Dopo che ho perso mio figlio Christian, Kyra è stata importantissima per me e se ho rifatto il sasso per cinque volte, vorrà dire che lo farò una sesta, di cero non mi fermo per certa gente. Faccio proprio fatica a comprendere come non si possa capire l’importanza di questo spazio. Dovrebbe essere sacro e invece ogni volta siamo qui a subire certi eventi. Mi dispiace, come fu per Marina, la bimba scomparsa durante l’alluvione che era stata portata ai Tre Ponti. Spero che questo luogo abbia sempre più importanza e risonanza in modo da eliminare certi atteggiamenti incomprensibili».
 

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