Il Tirreno

Livorno

Altro che disoccupati all’Ardenza... ecco la rete dei livornesi nel mondo

Juna Goti
Altro che disoccupati all’Ardenza... ecco la rete dei livornesi nel mondo

Sono 10.300 quelli che vivono all’estero. Consegnati al Cisternino i primi diplomi da “ambasciatore”

30 dicembre 2021
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Juna Goti

livorno. C’è una frase tipicamente livornese che da sempre ci fa ridere e da sempre ci fa arrabbiare. Perché un po’ è vera e un po’ è un covo di pregiudizi: «Meglio disoccupati all’Ardenza che ingegneri a Milano...».Giacomo Bosio, per esempio, è livornesissimo, cresciuto tra via Mastacchi e Montenero, ma a Milano ha fondato una società che è arrivata a collaborare anche con Samsung. Così, tanto per dire. Poi c’è Michele Gabriele, che è partito dai banchi dell’Iti di via Galilei e che ora, ogni giorno, ferma il suo sguardo sui super microscopi del Mit di Boston (e si trova a collaborare anche con un centro-istituzione come il Broad, che processa una bella fetta dei tamponi covid degli americani). O ancora Diego Cerrai, che negli States è un attento e stimato studioso degli eventi climatici più estremi. O Gabriele Trovato, che si collega dal Giappone, dove fa ricerca e insegna robotica.

Cosa hanno in Comune questi volti? Sono tutti made in Livorno. Non è per qualche forma di campanilismo o per una sorta di provincialismo alla rovescia che ne parliamo (della serie siamo ganzi anche noi), ma perché ieri nel salone del Cisternino di città ha mosso i suoi primi passi la “rete degli ambasciatori livornesi nel mondo”.

È un tassello del progetto “Livornine 2030”, come ricordano l’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini e Moreno Toigo, di Simurg ricerche, la società che se ne sta occupando insieme a PromoPa, Innolabs e Daxolab, con l’obiettivo ad esempio di incoraggiare nuove startup o aiutare con i bandi europei chi vuole investire.

Certo, in tema di innovazione, i problemi di collegamento registrati ieri mattina con chi vive all’estero hanno chiamato qualche inevitabile battuta. Ma l’iniziativa è andata in porto. Il primo passo di un cammino da scrivere.

«Ci sono 12.300 livornesi che vivono all’estero», raccontano. Tanti, se si pensa che nel 2006 erano 6mila: dato che potrebbe aprire un’ampia riflessione. «Molti hanno competenze importanti in ambiti diversi, vorremmo chiedere loro di darci una mano a investire nell’innovazione della città, dei suoi spazi, del tessuto imprenditoriale», dice Simoncini. E «Livorno come luogo di talenti, personaggi, storie è un brand che funziona», fa notare il sindaco Luca Salvetti.

Così è stato lui a consegnare i diplomi simbolici di “ambasciatori” nel mondo a un primo gruppo di livornesi, alcuni riuniti al Cisternino, altri in collegamento via web, bloccati durante le feste di fine anno dalla pandemia. Hanno ricevuti in sala l’attestato Nicoletta Bruno, Antonio Sambaldi, Francesca Esposito, Marinora Roffi. Poi Michele Gabriele, Giacomo Bosio, Irene Strati, Diego Cerrai, Gabriele Trovato e Claudia Pavoletti, che hanno raccontato la loro esperienza. La rete è aperta a nuovi contributi. Chi ne vuole fare parte si faccia avanti. Anche da Honolulu.

La chiudiamo con le parole di Michele, che spera che l’iniziativa funzioni. «Perché se c’è una cosa che ho imparato in questi anni – dice pescando un po’ dal livornese – è che da soli non si va da punte parti...».

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