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Alluvione a Livorno

Alluvione, cento fiaccole alla Rotonda e una promessa: «Livorno sarà una città più protetta»

Matteo Scardigli
Alluvione, cento fiaccole alla Rotonda e una promessa: «Livorno sarà una città più protetta»

La cerimonia per ricordare le otto vittime della tragedia del 2017. Il sindaco: «Abbiamo il piano di protezione civile, ora informiamo i cittadini»

11 settembre 2021
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LIVORNO. Cento fiaccole e una sola voce al calar del sole, quella del sindaco Luca Salvetti. Livorno sceglie di ricordare così, alla rotonda Ciampi, le otto vittime dell’alluvione di quattro anni fa che travolse la città lasciandole profonde ferite nel corpo e nell’anima. Una cerimonia molto semplice ma altrettanto sentita quella davanti al circolo "Il Gabbiano" (uno dei luoghi più colpiti dal nubifragio), per usare le parole del primo cittadino, che racconta: «Qualche giorno fa ho partecipato a un dibattito al quale erano presenti i familiari di altre vittime, quelle della strage di Viareggio e del naufragio del Moby Prince. Mi hanno detto che il loro compito è quello di essere sempre presenti ogni giorno per stare al nostro fianco, in particolar modo in occasione degli anniversari; la stessa cosa mi hanno detto i familiari delle vittime dell’alluvione. E questo dobbiamo fare anche noi - prosegue - ma la vicinanza non basta: dobbiamo imparare da ciò che è successo, fare tesoro di quella esperienza».

Alle spalle del sindaco e davanti agli occhi di tutti i presenti si stagliano i 3 Ponti, che presto verranno demoliti proprio nell’àmbito del piano di ricostruzione post-alluvione per lasciare spazio a una nuova costruzione progettata per favorire (come purtroppo non accadde nella notte fra il 9 e il 10 settembre 2017) l’eventuale furia dell’acqua. Ma lavori e interventi - di nuovo - per quanto grandi e incisivi, da soli non sono sufficienti a completare il quadro. «A quattro anni da quella notte maledetta abbiamo un nuovo piano di Protezione Civile per infondere sicurezza nei nostri cittadini. Siamo stati in grado di riorganizzare le risorse umane, coordinate da Annalisa Maritan (la comandante della Polizia Municipale, ndc) e da Lorenzo Lazzerini (il tecnico comunale responsabile della Protezione Civile, ndc), con la presenza di tanti giovani volenterosi appena arrivati e in numeri che altre città non hanno», spiega Salvetti, che poi aggiunge: «Ora serve un’opera di coordinamento con i cittadini: non possiamo impedire alla pioggia di venire giù, ma possiamo dire loro come affrontarla».

L’iniziativa è preceduta dalla foto di gruppo dei Bimbi Motosi, i giovani livornesi che per giorni lavorarono immersi nel fango per aiutare i concittadini in difficoltà, fortemente voluta e organizzata da Riccardo Repetti. Il ritrovo era fissato una mezz’ora prima dell’inizio della cerimonia vera e propria. Gli impegni personali hanno impedito a molti di partecipare fisicamente, ma la loro testimonianza vive negli abbracci dei compagni presenti. La cerimonia è poi arricchita dagli interventi musicali curati dal Teatro Goldoni. Il maestro Maurizio Preziosi dirige il quintetto e il coro (in formazione ridotta) e gli assoli della soprano Alessandra Rossi Trusendi e del fisarmonicista Massimo Signorini, mentre le fiaccole vengono distribuite di mano in mano e la fiamma scambiata di torcia in torcia in un laico segno di pace.

Alla fiaccolata in versione statica (nel rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid) partecipano rappresentanze di tutte le associazioni di salvamento e le forze dell’ordine, i volti dal sorriso appesantito - dietro alle mascherine - dei protagonisti quotidiani di una lotta a fianco di chi soffre, e si riconosce nello sguardo dell’altro. In prima fila, accanto ai parenti delle vittime, i rappresentanti di Regione Toscana, delle massime cariche civili, militari e politiche della città e della provincia; volti di allora e di oggi, uniti nel ricordo intimo e doloroso di quelle poche ore che hanno cambiato Livorno per sempre. Nonostante l’invito del sindaco nessuno rompe il silenzio per raccontare il proprio vissuto, né - e a questo Salvetti applaude - per inquinare la solennità del momento alla ricerca di consenso o polemica. E non un fiato spezza il lungo e intenso minuto di raccoglimento.

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