Il Tirreno

Livorno

Coperte, materassi e una bambola: le notti senza un tetto alla stazione di Livorno

Matteo Scardigli
Coperte, materassi e una bambola: le notti senza un tetto alla stazione di Livorno

L’ex parcheggio vicino ai binari abbandonato a se stesso è tornato un dormitorio per disperati. i residenti della zona protestano, l’assessore Raspanti: «Non confondete uomini e spazzatura» 

31 agosto 2021
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LIVORNO. Accanto a vecchi materassi, una bambola, coperte, alcuni cartoni. Raccontano di disagio, di povertà, di notti sotto l’umido e sotto il freddo di questa fine estate. La scena è quella della stazione. Dicono i residenti – che osservano la scena dalla finestra – che ci vivano tre venditori ambulanti di origine africana. Ma gli oggetti fanno pensare che il gruppo sia più numeroso, forse che anche qualche famiglia abbia trovato rifugio in questo ex parcheggio pubblico tra i binari e la mensa dei ferrovieri.

Il piazzale era nato per ospitare le automobili di pendolari e turisti in partenza in treno. Sul cartello sono ancora indicate le tariffe del gestore Metropark (gruppo Ferrovie dello Stato) , che oggi farebbero sorridere se paragonate a quelle di altre zone della città: orario di apertura 0-24, 50 centesimi per ogni ora o frazione di ora dalle 6 alle 22. La struttura è oggi riservata al personale. La cassa è stata sventrata, le sbarre all’accesso non esistono più. Per entrare era stato allestito un sistema di apertura via telefono del cancello automatico, oggi bloccato in posizione aperta. E qui, tra i sacchi dell’immondizia farciti con sfalci delle potature e la vegetazione incolta che cerca di farsi largo nel cemento ostile, in questo non-luogo sospeso tra i binari e le case di via Bengasi qualcuno ha trovato riparo per la notte.

Ad attirare l’attenzione dei residenti sono state le coperte che i senza tetto stendono al sole di prima mattina, dopo la notte trascorsa all’addiaccio a ridosso di una recinzione. «Anni fa alcuni Rom della zona di Porta a Terra scavalcarono il muro esterno di una delle villette», raccontano preoccupati gli abitanti, spiegando che è per questo che hanno allertato anche le forze dell’ordine: «È una questione di degrado. Queste persone si sono accampate e ormai campeggiano stabilmente, facendo tutto a cielo aperto (il bagno della Stazione è a pagamento, ndc). Non un bel biglietto da visita per i turisti stranieri, visto che in questo preciso punto c’è l’imbarco delle loro auto sull’autoslaaptrein (il servizio, per lo più internazionale, di un treno passeggeri con auto al seguito; ndc)».

La zona di piazza Dante è purtroppo da sempre rifugio di disperati. E la Polfer non dispone di personale sufficiente per sorvegliare 24 ore su 24 l’intera area. Ieri, dopo il sopralluogo del Tirreno, l’assessorato alle politiche sociali ha incaricato l’Unità di strada (istituita nell’estate 2019 all’interno del progetto di pronto intervento sociale attivo tutti i giorni a qualsiasi ora) di effettuare nuovi controlli. «Sembra che queste persone, che al momento non erano presenti, non siano inserite nei percorsi di accoglienza. Nei prossimi giorni l’Unità se ne accerterà e cercherà eventualmente di coinvolgerle», spiega l’assessore Andrea Raspanti, che invita la cittadinanza a «non confondere disagio e degrado, uomini e sacchi della spazzatura», ma piuttosto – in casi come questo – a «contattare i nostri uffici o il segretariato sociale».
 

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