Il Tirreno

Livorno

Livorno è il regno delle opere incompiute, ma per il dossier del ministero è tutto ok

Mauro Zucchelli
Livorno è il regno delle opere incompiute, ma per il dossier del ministero è tutto ok

Nessuno dei progetti-lumaca entra nel radar dell’anagrafe governativa. Eppure ogni flop è un freno allo sviluppo 

29 agosto 2021
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LIVORNO. Il migliore dei mondi possibili: qui da noi tutto ok, figurarsi che non c’è nemmeno un’opera pubblica incompiuta. In effetti, ci sono voluti decenni e decenni perché la nostra “tangenziale” (Variante Aurelia) non si fermasse allo svincolo di via del Levante o perché la superstrada Fi-Pi-Li non si inchiodasse alle porte di Stagno, perché fosse banchinata la Sponda Est o perché si uscisse dall’impasse che aveva bloccato il nuovo palasport. Del resto, non ci sono voluti più di dieci anni filati per veder riparata la maxi-buca sulla Fi-Pi-Li all’inizio del viadotto per entrare in Darsena Toscana? E perché la Provincia sistemasse la frana sulla strada per la Valle Benedetta, forse pure di più...

In effetti, il ministero delle infrastrutture – anzi, delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili – canta vittoria: lo fa in modo sobrio e misurato con l’aplomb tanto del presidente del consiglio Mario Draghi che del ministro Enrico Giovannini ma, mettendo in fila la lista delle opere pubbliche incompiute nella propria “anagrafe” ufficiale, tiene a sottolineare che «rispetto al 2019 c’è stata una lieve contrazione del numero delle opere incompiute, ridotte da 418 a 410 (otto in meno, pari a una diminuzione dell’1,9%), confermando una ripresa al completamento delle opere, già registrata negli anni precedenti». Lo ripete scorrendo «l’elenco-anagrafe delle opere pubbliche incompiute di interesse nazionale e di interesse regionale e degli enti locali».

La sorpresa arriva quando dal livello nazionale si scende pian piano al dettaglio regionale e poi si arriva all'uscio di casa nostra. Risultato: in Toscana finiscono nella lista solo una dozzina di progetti perlopiù sconosciuti o quasi. A Livorno: zero. Forse in provincia: nemmeno.

Eppure, chissà per quale motivo, non c’è livornese che non sia convinto che, per quanto la dotazione infrastrutturale del nostro territorio sia invidiabile (con un mix di porto, aeroporto e interporto nel raggio di pochi chilometri), i problemi del rallentamento dello sviluppo economico sia dovuto proprio agli intoppi che strangolano le infrastrutture. Per dirne una: l’uno dopo l’altro, i presidenti che si sono susseguiti alla guida della nostra Camera di Commercio hanno fatto fuoco e fiamme perché trovasse soluzione il problema della Tirrenica. Nel nostro poker di segnalazioni l’abbiamo “tradotto” nella battaglia per il “lotto zero”: ma dietro il tunnel del Romito c’è il progetto ben più vasto di una infrastruttura viaria costiera che sia all’altezza della situazione.

Non basta: in porto c’è il progetto della Darsena Europa, così indispensabile per evitare che lo scalo e la città siano condannati al declino, che non è ancora arrivato alla fase dell’appalto ma c’è anche quello del microtunnel che l’appalto l’ha assegnato e reso cantiere ma poi si è a lungo bloccato.

Continuando sulla scia delle incompiute, sul fronte delle ferrovie si potrebbe guardare all’appalto dello scavalco rimasto a lungo in frigo e al mancato decollo della riorganizzazione del sistema costiero (con il bypass di Pisa e con il passaggio delle merci sulla dorsale Colle-Vada) che dovrebbe mettere in connessione porto e interporto con l’ “Alta Velocità delle merci” agganciabile al polo fiorentino.

Ma la lista potrebbe allargarsi a progetti rimasti in frigo come gli approdi per centinaia di barche alla Bellana o come il decollo della costruzione del nuovo ospedale, al riassetto della viabilità a nord del porto (così da spostare verso est il ponte del Calambrone e risolvere una volta per tutte il problema di ponti mobili e porte vinciane a un passo dalla foce dello Scolmatore).

Il dossier si premura si precisare che si riferisce alle «opere incompiute al 31 dicembre 2020». Evidentemente, i “monumenti allì’Incompiuta” che abbiamo qui da noi non sono riusciti neppure a entrate nel radar dell’ “anagrafe” che dovrebbe censirli.

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