Il Tirreno

Livorno

Muore a 73 anni ex informatore farmaceutico e padre di tre figli

Stefano Taglione
Riccardo Rosi, morto a 73 anni
Riccardo Rosi, morto a 73 anni

Livorno: Riccardo Rosi era molto conosciuto anche come pescatore. Il figlio Andrea: «Veniva a trovarci in Messico, si era fatto una casa»

30 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. La pesca è stata una delle sue più grandi passioni. Gliel’aveva trasmessa il padre Bruno e lui da buon babbo l’ha fatta entrare pure nel cuore del figlio Andrea, che d’inverno fa le battute a Puerto Escondido, in Messico, dove ormai da 17 anni vive e ha comprato una casa. Questo è stato il primo anno in cui è rimasto a Livorno, per stare vicino a suo papà malato, che alle 2 della notte fra giovedì 29 e venerdì 30 aprile purtroppo se ne è andato per sempre.

Livorno piange Riccardo Rosi, 73 anni, informatore farmaceutico molto conosciuto in città e amante oltre ogni cosa della pesca sportiva. La passione, appunto, che ha trasmesso anche al resto della famiglia.

Riccardo – in pensione da una decina d’anni – stava combattendo da qualche tempo contro una malattia. In ospedale è stato operato diverse volte negli ultimi mesi, da quando a dicembre le sue condizioni di salute sono peggiorate all’improvviso. «Purtroppo – dicono i familiari – ogni settimana subentravano delle complicanze sempre più difficile da gestire».

Ma non gli è mai mancato l’affetto della moglie Manuela Veracini e dei figli: non solo di Andrea, che per la prima volta da 17 anni è rimasto a Livorno rinunciando all’America. «Non sarei mai partito, anche se chiaramente l’emergenza Covid-19 sarebbe stata comunque a prescindere un grosso ostacolo per spostarsi dall’Europa all’America. Dovevo stare vicino a mio padre e lo avrei fatto anche senza la pandemia, avevo già deciso a settembre quando non stava ancora male e non potevamo certo pensare a questo tragico epilogo».

Riccardo lascia la moglie, i figli Andrea, Camilla (gemelli) e Filippo, oltre a due nipoti di dieci e tre anni (i figli di Andrea) a cui era affezionatissimo. Per stare loro vicino, d’inverno, aveva anche costruito una casa in Messico, sempre a Puerto Escondido, dove di volta in volta si recava per stare vicino alla sua famiglia. «Era un amante del mare, anche del surf – racconta Andrea – e quando veniva a trovarmi stava benissimo, l’America gli piaceva tanto. Mi ha trasmesso la passione per la pesca con la sua barca e i palamiti. Mio nonno Bruno in questo senso ha fatto da apripista, contagiando lui e portandolo a pescare. Con mio babbo, da piccolo, sono uscito in barca tantissime volte».

Un amore sbocciato all’improvviso, invece, quello per il Messico. Andrea era «partito per stare bene, poi mi è piaciuto e ci sono rimasto a vivere d’inverno». E suo padre, con la famiglia, spesso andava a trovarlo. Amante di tutti gli sport acquatici, con il figlio e gli amici parlava anche di calcio. Un’altra passione. Riccardo è morto nella sua abitazione fra Montenero e Castellaccio, dove si era trasferito dal novembre scorso, ma per vent’anni ha vissuto ad Antignano, di fronte alla spiaggia del Sale. «Vicino al mare che amava tanto», conclude Andrea. Centinaia i messaggi e le telefonate di cordoglio che da ieri mattina, da quando si è diffusa la notizia della morte di Riccardo, la famiglia ha ricevuto. Perché l’ex informatore farmaceutico, livornese doc, era conosciutissimo in città.
 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni