Il Tirreno

Livorno

Morto a 25 anni nel fosso, la comunità tunisina: "Vogliamo chiarezza, ma non siamo contro la polizia"

Uno striscione in nome di Fares Shgater prima dei disordini di piazza della Repubblica (foto Marzi)
Uno striscione in nome di Fares Shgater prima dei disordini di piazza della Repubblica (foto Marzi)

Livorno, ferma condanna contro chi ha insultato e accusato le forze dell'ordine nella manifestazione di piazza della Repubblica: "Non è un atteggiamento in cui ci riconosciamo"

28 aprile 2021
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LIVORNO. La comunità tunisina chiede "di sapere la verità sulla morte di Fares Shgater", il venticinquenne annegato nel Fosso Reale sabato 24 aprile dopo essere sfuggito alle volanti della polizia di Stato, e allo stesso tempo condanna gli insulti e gli striscioni apparsi nella manifestazione di piazza della Repubblica di lunedì 26 aprile contro le forze dell'ordine, accusate anche da alcuni nordafricani di aver picchiato il giovane (da quanto si è potuto apprendere il giovane sarebbe annegato nel fosso perché non sapeva nuotare e gli agenti hanno anche tentato di salvarlo ndr).

"La comunità tunisina di Livorno tiene a sottolineare alcuni elementi riguardo la tragedia accaduta nella notte tra il 24 e 25 aprile - scrivono - che ha coinvolto Fares causandone la morte. Lo stato dei fatti non ci permette di esprimere alcun giudizio. La cosa che chiediamo con forza è che sia fatta chiarezza sulla vicenda. Nello stesso tempo vogliamo che sia chiara la nostra fiducia nella magistratura in cui confidiamo e torniamo a sottolineare che abbiamo sempre rispettato il lavoro delle forza dell'ordine e come comunità tunisina condanniamo le parole di accuse e di attacco mosse da qualcuno agli agenti durante la manifestazione del 26 e apparse su qualche striscione. Non né questo è l'atteggiamento in cui ci riconosciamo, bensì quello delle più ampia collaborazione e stima nei loro confronti. Ci preme anche sottolineare la nostra condanna verso quelle forze politiche che stanno usando questa tragica vicenda - prosegue la comunità - per fomentare odio nei confronti della comunità degli immigrati. Infine vogliamo ringraziare il signor sindaco Luca Salvetti e il questore Roberto Massucci che ci hanno già ricevuto il giorno 26 a colloquio e che ci hanno assicurato che riceveranno la famiglia di Fares, assicurandoci la loro più ampia collaborazione nella ricerca della verità".
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