Il Tirreno

Una vera e propria azienda illecita quella scoperta dalle fiamme gialle di Livorno. Insospettite dalla pungente fragranza che si diffondeva per le strade della periferia sud della città, i finanzieri hanno seguito il loro fiuto investigativo per arrivare al teatro delle operazioni: una villetta con annesso terreno, funzionale alla coltivazione, essicazione, confezionamento e stoccaggio di marijuana. 

 

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L’intera proprietà, un immobile su due piani con un giardino, era adibito esclusivamente a laboratorio per la trasformazione dello stupefacente: semi di canapa indiana, polline, piante di diverse misure, da un centimetro a oltre due metri di altezza, lampade alogene, bilance di precisione, macchine per il sottovuoto, essiccatori, perfino un sistema di videosorveglianza in alta definizione. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di otto chili e 600 grammi di marijuana già pronti per la vendita, di 704 piante di canapa indiana, di 87 lampade alogene alimentate da impianti fotovoltaici per abbattere i costi di produzione con un occhio anche all’ambiente, dell’intera villetta di 244 metri quadrati e del terreno attorno di 1.045. 

 

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La droga, già pronta, avrebbe reso sul mercato al dettaglio circa 17.000 dosi mentre le piante, al completamento del loro ciclo vegetativo, avrebbero prodotto ulteriori 300 grammi di marijuana ciascuna, per un guadagno potenziale pari a 86.000 euro per quella già pronta, nonché di oltre 2,1 milioni di euro per quella da produrre.

Il proprietario dell’immobile, un agronomo dilettante e chef di professione di 46 anni, nei giorni scorsi è stato arrestato per detenzione e produzione di stupefacenti. Su disposizione del sostituto procuratore di turno, Ezia Mancusi, ora si trova nel carcere delle Sughere. "Dopo aver seguito l’odore della droga – afferma il comandante provinciale delle fiamme gialle, Gaetano Cutarelli – seguiremo l’odore dei soldi per capire dove e come sono stati investiti i lauti guadagni dell’illecita attività”".

 

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L'indagine, coordinata dal comando provinciale della guardia di finanza su delega della procura, è stata condotta dal Nucleo di polizia-economico finanziaria, diretto dal tenente colonnello Peppino Abbruzzese, che da qualche settimana ha sostituito il pari grado Gabriele Baron, trasferito a Roma per un importante incarico sempre nelle fiamme gialle. Un nuovo sequestro da parte dei militari, che nell'ultimo periodo al pari delle altre forze dell'ordine cittadine stanno raggiungendo ottimi risultati nella lotta alla produzione e alla vendita delle sostanze stupefacenti.

 

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