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Alluvione a Livorno

Un murale che è arte, ecco l'installazione che racconta i giorni dell'alluvione

Flavio Lombardi
Un murale che è arte, ecco l'installazione che racconta i giorni dell'alluvione

L’opera inaugurata venerdì 13 settembre in viale Nazario Sauro è il primo esempio in Italia. Sono gli scatti reali di Laura Lezza sulla tragedia per l’agenzia Getty Images 

15 settembre 2019
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LIVORNO. Inaugurata venerdì 13 settembre, ha già un primato riconosciuto: si tratta della prima installazione artistica pubblica in Italia, con immagini che raccontano fatti realmente accaduti constestualizzata in un ambiente urbano. Dove passa la gente, dove passano le auto. Roba che generalmente la si può vedere in qualche mostra di un museo. In maniera impropria l’hanno chiamata da subito un murale. Non è così. Questa è proprio arte, una performance che unisce immagini forti con un messaggio scritto in basso: “9-10 settembre 2017: risorgi Livorno, uniti per sempre, una sola vittoria...”.

Un committente, Bruno Rotelli, quello che ha finanziato gli altri tre murales presenti in città che raccontano la storia del Palio, del Cacciucco e il legame con il calcio «un senso d’appartenenza che va sempre stimolato per non perderci nell’oblìo di questa società consumistica» dice lui. Ma com’è nata, quest’opera che si avvale degli scatti di Laura Lezza, brava fotografa per Getty Images? Di nuovo Rotelli, racconta. «Si chiama appartenenza labronica e lo faccio perché ci si ricordi sempre cosa significa la livornesità e tramandarla ai nostri figli. C’era da farlo però diverso dagli altri per non correre il rischio che fosse una sorta di cartone animato. L’argomento era serio. E allora ho trovato la collaborazione di una straordinaria fotografa che mi ha concesso le immagini gratuitamente. Tutto a mie spese, per il piacere di regalare un’altra cosa bella alla mia città che è stata straordinaria in quei giorni. Si vedono anziani , ragazzi adolescenti, i ragazzi della curva, un immigrato che in silenzio ha lavorato, come tanti altri, non certo lo stereotipo che alcuni ci vorrebbero far credere».

Da Rotelli, all’artista, Laura Lezza. «C’era da superare il problema del copyright ed avere la liberatoria dall’agenzia americana per la quale collaboro. Spiegando il progetto con una mail, hanno accolto con generosità la mia richiesta ed anzi, dopo aver visto foto e video, hanno scritto di nuovo facendo i complimenti. Felici di aver contribuito ad un regalo per Livorno». Parla e le si illuminano gli occhi chiari. «Ecco la ricerca di immagini forti, fra le tante mie scattate. Rotelli ha investito soldi propri. Gesti che si vedono raramente di questi tempi. Una cosa che mi ha colpito due anni fa? Aver visto ragazzini che si davano da fare, invece che stare col telefonino in mano a far riprese per i social. Erano coinvolti nella maniera più positiva che c’è».

Presente anche il sindaco, Luca Salvetti che confida come ha aiutato l’iniziativa. «Il ruolo dell’amministrazione è stato semplice. Spiegata l’idea, un prosieguo delle precedenti, l’istallazione poteva essere fatta su un muro pubblico. E’ stato individuato quello dove poi effettivamente è stata posta un’opera con dieci pannelli larghi ciascuno 3 metri e alti 2. Non abbiamo da attribuirci alcun merito. Si tratta di una cosa significativa che va a cogliere in certe scene, l’aspetto più bello dopo la tragedia. La solidarietà». Dal primo cittadino, a Igor Protti. «Il ricordo di quei giorni era un dovere. Vedere quelle foto, mi ha fatto impressione. Belle a livello artistico, ma terribili. Chiunque passi da lì, avrà un momento per ripensare a quella notte».

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