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Telefonate moleste

Telefonate moleste: già 25mila le firme sulla petizione per sbloccare il regolamento

Telefonate moleste: già 25mila le firme sulla petizione per sbloccare il regolamento

Il ministero dello Sviluppo Economico non ha ancora approvato le disposizioni per attuare la legge-scudo sulle chiamate indesiderate 

04 novembre 2018
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LIVORNO. La petizione de Il Tirreno per bloccare in via definitiva le telefonate moleste ha superato quota 25mila firme. Firme raccolte in una settimana attraverso la piattaforma Change.org. Con una richiesta precisa per il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio: approvare il regolamento (in ritardo di 6 mesi) che sblocca la legge contro il telemarketing aggressivo. La legge approvata grazie alla prima campagna del Tirreno e dei suoi 122mila sostenitori.

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Il paradosso è proprio questo: in Italia esiste il divieto di telefonare per scopi commerciali alle persone senza il loro esplicito consenso. Ma gli abbonati non possono esercitare questo diritto (che è legge da 22 dicembre 2017) perché il Mise non emana il regolamento che dà gambe alla norma. Con effetti devastanti sugli utenti, come scrive chi firma la petizione. Le testimonianze non mancano. «Sono stufa di ricevere ogni giorno telefonate che disturbano anche alle ore dei pasti. Basta! Io non ho dato il mio numero ai call center, è ora di finirla» dice Giuliana Incerti. «Io - aggiunge Irene Soncin - sono vittima di continue telefonate indesiderate». Mentre Raffaella Bianchi si lamenta: «Non si vive più con il bombardamento di telefonate non volute e non richieste!».

Dello stesso tenore la protesta di Paola Montin: «Sono veramente stanca di non poter stare tranquilla quando mi pare. E poi secondo me il troppo è controproducente: in me scatta il rifiuto a priori». Oltretutto - fa presente Bertilla Gioachini - gli operatori di call center «sono insistenti, anche quando gentilmente fai capire loro che ciò che ti propongono non interessa». Per questo - dice Alfredo Di Santo - «era tempo che qualcuno promuovesse questa campagna». Del resto - conclude Antonella Pellino - il telefono «è diventato un mezzo primario impossibile da usare visto che ricevo almeno 20 telefonate al giorno. È ora di dire basta a queste molestie».

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