Il Tirreno

Livorno

Morto all’ospedale, medici indagati

di Sabrina Chiellini
Morto all’ospedale, medici indagati

Oggi l’autopsia sul 61enne: potrebbe essere rimasto vittima di errori di valutazione dopo l’incidente

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LIVORNO. Primi passi nell’inchiesta per stabilire eventuali responsabilità nella morte di Luigi Napolano, 61 anni, domiciliato a Ponsacco anche se negli ultimi tempi viveva a casa della figlia a Pontedera, in via della Costituzione.

Il pensionato, che il 15 settembre aveva avuto un incidente stradale lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, a Vicarello, è morto all’ospedale di Livorno a distanza di alcuni giorni dal suo ricovero.

E i familiari, convinti che possa essere ravvisata una colpa medica, hanno subito presentato una denuncia querela. In questi giorni - la morte è avvenuta il primo ottobre - la Procura della Repubblica di Livorno ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche di Napolano e da quanto è stato possibile apprendere ci sono numerosi sanitari indagati. Medici e personale dell’assistenza sanitaria che da quando il paziente è arrivato al pronto soccorso di Livorno in condizioni gravi e con traumi alla testa ritenuti piuttosto impegnativi si sono occupati di lui. In questi giorni, in attesa dell’autopsia prevista per questo pomeriggio, la Procura sta notificando gli avvisi di garanzia per dare così la possibilità agli indagati di prendere parte con un proprio consulente di fiducia e con un avvocato agli accertamenti dell’autopsia.

Il 28 settembre scorso, dopo che Napolano era stato trattenuto per pochi giorni nel reparto di sub intensiva anche se aveva otto ematomi alla testa e gravi lesioni al cranio, che erano una conseguenza della caduta dallo scooter, i medici avevano comunicato ai familiari che avrebbero trasferito il paziente all’ospedale di Pontedera, così da avvicinarlo a casa e facilitare l’assistenza da parte dei suoi cari.

«Niente riuscirà a fermarci - dicono i figli della vittima - vogliamo giustizia per nostro padre e se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Il nostro avvocato ci ha detto che ci sono già i primi indagati, se non abbiamo capito male, potrebbero addirittura essere più di 15 persone. Ma da quello che sappiamo non c’è il medico con il quale il giorno della morte di nostro padre abbiamo avuto una pesante discussione. Quel medico la mattina della morte avvenuta in corsia non ha saputo darci una spiegazione. L’ospedale ci ha informato della morte di nostro padre ma quando siamo arrivati non abbiamo trovato nessuno ad accoglierci, a dirci cosa poteva essere successo.

ù Fino al giorno prima ci avevano rassicurato, sembrava che i traumi al cranio e tutte le altre fratture che nostro padre aveva non fossero preoccupanti. Invece poi è morto e ora non basterà chiedere scusa. Abbiamo trovato un muro di gomma, nessuno sapeva cosa dire.

Per telefono ci è pure stato detto che era morto perché aveva la glicemia troppo alta. Noi pensiamo che invece non siano stati tenuti nella giusta considerazione i traumi che nostro padre aveva riportato nella caduta dallo scooter».

Il giorno della morte di Napolano i parenti si sono fatti sentire con i medici del reparto di medicina «che si trova al primo piano del quinto padiglione. Sì, ci siamo arrabbiati molto - dicono - ma d’altra parte non è facile pensare che hai perso una persona cara solo perché qualcuno potrebbe non avere fatto al meglio il suo dovere».

Appena i parenti riceveranno il nulla osta da parte della Procura cercheranno di organizzare il funerale del povero Luigi.

Dopo l’autopsia sarà possibile saperne di più anche se i risultati si conosceranno solo in seguito. Solo allora potranno delinearsi meglio anche le eventuali responsabilità da parte dei sanitari coinvolti nella morte in corsia.

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