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per non dimenticare

Giglio, lo sfregio continua

di Ilaria Bonuccelli
Il relitto della Concordia a Genova (foto Shiprecycling)
Il relitto della Concordia a Genova (foto Shiprecycling)

Quattro anni fa, la notte tra il 13 e il 14 gennaio, naufragava la Concordia. Il sindaco del Giglio: "Da Costa meno di un milione, ma qui i danni sono ancora enormi". Oggi l'annuncio dell'istituzione del Giorno delle vittime. "Ma non vogliamo essere per sempre l'isola della tragedia"

13 gennaio 2016
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Non vuole essere per sempre l’isola della tragedia. Ma il “Giorno delle vittime della Concordia” il Giglio lo reclama. Di più: lo istituirà. Oggi, nel giorno della commemorazione, il sindaco Sergio Ortelli lo ufficializza. La decisione spetta al consiglio comunale, ma il 13 gennaio nel calendario dell’isola non può appartenere a niente e nessun altro. Ai 32 morti nel naufragio di punta La Gabbianara, ai sopravvissuti. Anche alla comunità del Giglio «che è l’ultima vittima della Concordia». L’unica senza un vero risarcimento: 300mila euro di provvisionale a fronte di una richiesta di 80 milioni, per danno di immagine, ferite all’ambiente, ritardo nei lavori, finanziamenti persi.

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Il tribunale, in primo grado, nel processo penale, non è stato benevolo con il Giglio. E oggi l’isola, ancora, confida nel Governo per risollevare la testa. Almeno, nel giorno della quarta commemorazione lo Stato non si dimentica. Sarà presente con il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e con il nuovo capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Il prefetto Franco Gabrielli, invece, non ce la farà a lasciare Roma. Però non si è dimenticato del Giglio. Ha fatto sapere che non ci sarebbe stato, quest’anno, sull’isola. Un gesto di garbo. Quello che i gigliesi ancora aspettano da Matteo Renzi. Il premier aveva promesso una visita prima della partenza della Concordia per la Liguria, dove la lave sarebbe andata a morire. Invece, non si è mai visto. In compenso, a luglio 2014 è andato a Genova ad aspettare l’arrivo del relitto in porto, per celebrare il successo dell’ingegneria italica. Insieme ai vertici di Costa Crociere e di Carnival , scomparsi dal Giglio, dopo le promesse di sostegno. «Non ci hanno neppure pagato tutte le spese che il Comune ha anticipato per garantire le operazioni di salvataggio, di soccorso, protezione civile e di avvio della messa in sicurezza della nave», ricorda Ortelli. Costa, infatti, al Giglio ha rimborsato meno di un milione, discutendo altre spese sostenute per l’allestimento del centro di accoglienza nella scuola dell’isola, per il potenziamento della Capitaneria di Porto, l’arrivo dei vigili del fuoco e altre forze dell’ordine.

Del resto, Costa si fa forza della sentenza (penale) di primo grado per tirarsi indietro. La sentenza che scarica sull’ex comandante Francesco Schettino la maggior parte della responsabilità della tragedia. «I 300mila euro che in sede penale ci sono stati riconosciuti come risarcimento provvisorio - commenta Ortelli - vengono considerati nulla di più che una caparra. Questa cifra non è proporzionale al danno subito. Il tribunale ha calcolato il costo dei dipendenti distolti dalle attività ordinarie della pubblica amministrazione, i ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche. Ma quello che l’isola ha subito è molto di più». Dalla perdita di fondi comunitari, per mancanza di tempo per seguire le pratiche, ai danni all’ambiente «tanto che ancora oggi è in corso la pulizia dei fondali. La società Micoperi di Ravenna sta effettuando un grande lavoro di recupero che dovrebbe essere concluso entro maggio, ma lo sforzo è stato maggiore rispetto a quanto previsto». Per bonificare l’area occupata dalla nave, per eliminare la malta cementizia sulla quale il relitto ha poggiato per non affondare e per far sparire le tracce del cantiere, Micoperi dovrà pulire i fondali fino a una profondità di oltre 50 metri «con mezzi robotizzati e non si potrà fermare a 42 metri come progettato. Certo, dopo il «nostro mare - assicura Ortelli - sarà meglio di prima, ma quanto ci metterà a riprendersi dalla fama di isola della tragedia? Il calo delle presenze, documentate, ci dicono che la risalita sarà lenta».

Come difficile sarà il cammino per provare a ottenere un vero risarcimento da Costa. La compagnia, infatti, non si è neppure seduta a un tavolo con il Giglio per avviare una trattativa sul risarcimento «per il quale abbiamo documentato almeno 20 milioni di danni reali», specifica Ortelli. Costa lascia che il tempo passi e confida nella lentezza della giustizia, in particolare di quella civile, alla quale il giudice penale rimanda la questione. Tanto oggi non c’è più la nave davanti all’isola a fare da promemoria della tragedia. Il relitto, infatti, è a Genova, già nel superbacino (del porto antico) dove procede spedito lo smantellamento, affidato al consorzio fra Saipem e cantieri San Giorgio del Porto: 200 operai stanno tagliando i ponti dal 7 al 5 (sono già stati rimossi quelli dal 14 al 9 e parte dell’8), e in contemporanea vengono divelti gli arredi dei ponti 1 e 2.

La ex ammiraglia di Costa oggi ha appena un pescaggio di 13 metri e presto sarà pronta per finire nel bacino a secco, dove verrà completata la demolizione. Entro ottobre, probabilmente. Così non resterà traccia fisica, della tragedia, con soddisfazione di Costa. L’oblio totale. Al quale il Giglio prova di opporsi, a suo modo: per questo vuole giornata delle Vittime della Concordia. Senza rinunciare al risarcimento. Da Costa. E dal governo. Oggi Ortelli da Galletti si aspetta più di un saluto. Si aspetta la disponibilità a finanziare la bonifica di una discarica per la quale il Giglio ha perso i fondi comunitari per stare dietro alla Concordia. E si aspetta anche più solidarietà. Magari anche da Nick Sloane, l’artefice del miracolo, del recupero del relitto. Il “comandante” non si è più fatto vivo. E qualcuno, questo, lo inizia a notare.

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