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Maxi-inchiesta sul traffico di droga a Livorno e all’Elba: otto condanne e due patteggiamenti


	Una volante della polizia di Stato (foto d'archivio)
Una volante della polizia di Stato (foto d'archivio)

Il giudice di primo grado li ha riconosciuti colpevoli di essersi associati fra loro allo scopo di commettere un numero indeterminato di condotte di acquisto, trasporto, detenzione e successiva cessione e rivendita a una fitta rete di clientela

23 aprile 2024
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LIVORNO. Si è concluso con numerose condanne il processo di primo grado relativo a un’indagine avviata nel 2019, condotta dalla polizia di Stato di Livorno e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, nel cui ambito erano state eseguite il 4 maggio dell’anno scorso misure cautelari nei confronti di due albanesi e due italiani, poi condannati lo scorso 11 aprile dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Firenze, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Il giudice di primo grado li ha riconosciuti colpevoli di essersi associati fra loro allo scopo di commettere un numero indeterminato di condotte di acquisto, trasporto, detenzione e successiva cessione e rivendita a una fitta rete di clientela – a partire dal 2019 e sino al maggio del 2023, in particolare nelle province di Firenze e Livorno, nonché all’isola d’Elba – di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, quest’ultima anche adulterata al fine di accentuarne la potenzialità lesiva.

L’attività, condotta dagli specialisti dell’antidroga della Squadra mobile livornese, era scaturita dall’arresto nel gennaio del 2019 di un cittadino albanese di 41 anni, trovato nella disponibilità di circa 800 chili di sostanze stupefacenti (tra marijuana e hashish), che custodiva in un garage della città labronica, fatti per i quali era stato condannato alla pena di quattro anni di reclusione (avendo beneficiato dello sconto derivante dalla scelta del rito abbreviato).

L’indagine, immediatamente avviata ed articolatasi con molteplici servizi di pedinamento ed osservazione, corroborati da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre che da videoriprese, aveva consentito di individuare numerosi soggetti a vario titolo coinvolti in traffici di sostanze stupefacenti, taluni dei quali denunciati o arrestati in flagranza della detenzione – in varie località del centro-nord – di svariati quantitativi e tipologie di droga (complessivamente, 300 chili circa di hashish, 570 chili circa di marijuana e un etto di cocaina), fatti per i quali sono già stati giudicati in separati procedimenti penali.

L’associazione sarebbe stata promossa dal cittadino albanese (classe ‘97), referente dell’approvvigionamento dello stupefacente, anche attraverso canali diversi, oltre che primo organizzatore della fase di detenzione del narcotico, occultato e confezionato presso più basi logistiche, e della successiva fase di commercializzazione della droga, cui avrebbero partecipato, con distinti compiti, anche l’albanese B.A. (classe 1996) e i due italiani M.A. (classe 1993) e E.M. (classe 1993), sodali che avrebbero contribuito all’operatività stabile dell’attività illecita.

I quattro associati si sarebbero avvalsi della collaborazione, per gli illeciti traffici di sostanze stupefacenti, di altri sei personaggi – due albanesi: H.Z. (classe 1993) e D.D. (classe 1992) e 4 italiani: C.M. (classe 1992), B.L. (classe 1990), F.A.Y. (classe 2001) e P.T. (classe 1992) – «che sono stati riconosciuti colpevoli di numerosi delitti in materia di stupefacenti. In particolare, agendo in concorso tra loro, anche con compiti distinti, in particolare della custodia e del materiale trasporto della droga, in attuazione di un medesimo disegno criminoso attuato in tempi anche diversi, avrebbero detenuto ingenti quantitativi di sostanza stupefacente di varia tipologia fra cui cocaina, hashish e marijuana – custodita presso locali reperiti dai capi dell’associazione e comunque in loro disponibilità, fra cui appartamenti a Fucecchio ed Empoli, nonché all’interno di vari garage dislocati a Empoli e a Livorno – approvvigionando soggetti dimoranti nell’hinterland fiorentino, livornese ed elbano nell’anno 2020», spiega la questura.

Nel dettaglio, all’esito dell’udienza preliminare, ottenute le riduzioni di pena conseguenti alla scelta del rito abbreviato, sono stati condannati:

1. un anno di reclusione, il promotore albanese G.V. (classe 1997);

2. un anno di reclusione, il sodale italiano M.A. (classe 1993);

3. un anno e dieci mesi di reclusione, il sodale albanese B.K. (classe 1996);

4. un anno e due mesi di reclusione, il sodale italiano M.E. (classe 1993);

5. un anno e dieci mesi di reclusione ed euro 4.200 di multa, H.Z. (classe 1993);

6. un anno e otto mesi di reclusione ed euro 4.000 di multa, D.D. (classe 1992);

7. un anno e quattro mesi di reclusione ed euro 3.000 di multa, C.M. (classe 1992);

8. un anno di reclusione e mille euro di multa, B.L. (classe 1990).

Hanno invece patteggiato la pena a:

9. anni 2, mesi 4 di reclusione ed euro 6.000 di multa, F.A.Y. (classe 2001);

10. anni 1, mesi 4 di reclusione ed euro 5.800 di multa, P.T. (classe 1992).

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