Il Tirreno

Manovra 2026

Tassa sui pacchi: come potrebbero cambiare gli acquisti online

di Redazione web

	Verso una nuovaa tassa sui pacchi
Verso una nuovaa tassa sui pacchi

In origine la misura era pensata solo per i pacchi provenienti da Paesi extra‑UE, come quelli inviati da piattaforme di e‑commerce asiatiche

2 MINUTI DI LETTURA





Tra le novità della legge di bilancio 2026 spunta un’imposta destinata a incidere sulle spedizioni di pacchi di valore inferiore ai 150 euro. L’idea, avanzata da Fratelli d’Italia e con buone probabilità di approvazione, prevede un contributo di 2 euro per ogni spedizione. In origine la misura era pensata solo per i pacchi provenienti da Paesi extra‑UE, come quelli inviati da piattaforme di e‑commerce asiatiche (Temu, Shein). Ma il testo potrebbe cambiare: secondo le ultime indiscrezioni, l’applicazione verrebbe estesa a tutte le spedizioni, sia in entrata che in uscita dall’Italia.

Come funzionerebbe la nuova imposta

L’emendamento, a prima firma del senatore Gelmetti (FdI), definisce la tassa come un «contributo alla copertura delle spese amministrative» legate agli adempimenti doganali. La misura dovrebbe entrare in vigore dal 2026 e colpire ogni pacco sotto i 150 euro, indipendentemente dalla provenienza. Il governo Meloni sta lavorando agli emendamenti da presentare in commissione: l’elenco ufficiale è atteso a breve, con le votazioni previste nel fine settimana. L’estensione della tassa a tutte le spedizioni eviterebbe di configurarla come un dazio, competenza esclusiva dell’Unione europea.

Possibili effetti sugli acquisti online

Oltre alla tassa fissa, si valuta anche un sovrapprezzo per le spedizioni legate alle piattaforme di e‑commerce. In questo caso non sarebbero coinvolti solo i colossi extra‑UE, ma anche portali come Amazon ed Ebay, con un impatto diretto sulle abitudini di acquisto degli italiani.

Il contesto europeo

La misura italiana si inserisce in un quadro più ampio. A novembre l’Ecofin ha deciso di abolire l’esenzione dai dazi per i pacchi sotto i 150 euro provenienti da Paesi non UE. La fine di questo vantaggio, che favoriva soprattutto i marketplace cinesi, è fissata per il 2028, ma alcuni governi – tra cui Italia e Francia – spingono per anticipare la scadenza già al 2026. 

Se ne parla ora

Accertamenti

Superbonus, scattano i controlli nei condomini: milioni di italiani potrebbero dover restituire i soldi – Chi rischia

di Redazione web
Economia
Toscana

Meeting della nautica, Marco Massabò (l’ad Cantieri di Pisa): «Il Canale dei Navicelli ora deve crescere»