Il Tirreno

Il caso

Olimpiadi Milano-Cortina, inchiesta per corruzione e turbativa d’asta: tre indagati, c'è anche l'ex ad Vincenzo Novari

Olimpiadi Milano-Cortina, inchiesta per corruzione e turbativa d’asta: tre indagati, c'è anche l'ex ad Vincenzo Novari

L’inchiesta della Procura di Milano sugli appalti deli Giochi del 2026

21 maggio 2024
4 MINUTI DI LETTURA





La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito perquisizioni nella sede della Fondazione Milano-Cortina 2026 nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano per corruzione e turbativa d’asta sugli appalti dei giochi olimpici invernali. I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria stanno acquisendo documentazione cartacea e informatica. L’inchiesta dei pubblici ministeri Francesco Cajani e Alessandro Gobbis è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano. Pm in Fondazione, nel mirino appalti digitali Olimpiadi Sono gli appalti per lo sviluppo dei servizi digitali della società Vetrya per le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 a essere finiti nel mirino dei pubblici ministeri di Milano nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta.

Il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, si trova in questi minuti nella sede della Fondazione Milano Cortina con almeno 10 agenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza per eseguire un decreto di perquisizione e acquisire documenti relative alle gare vinte dalla società di servizi informatici e hosting, quotata in Borsa dal luglio 2016.

Tre indagati, anche l’ex ad Vincenzo Novari

C’è l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, fra i tre indagati della Procura di Milano nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sugli appalti digital delle Olimpiadi invernali 2026. Oltre a Novari, risultano iscritti un altro ex dirigente della Fondazione e il rappresentante legale della società Quibyt, la ex Vetrya spa di Orvieto, vincitrice di alcune gare per i servizi digital.

Abodi: “Perquisizioni? No preoccupazione, fondazione è casa di vetro”

“Perquisizioni Milano-Cortina? Ne siamo stati informati come voi, aspettiamo di capire. La Guardia di Finanza fa un lavoro egregio e ha il nostro sostegno. Ora vediamo le risultanze dell’indagine che non è mai motivo di soddisfazione e orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione”. Così il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, a margine dell’incontro con il Roma Club Gerusalemme commentando le perquisizioni sulla fondazione Milano-Cortina. “La fondazione deve essere ed è una casa di vetro – ha aggiunto -. E chiunque voglia guardarci dentro deve trovare le risposte sulla trasparenza e sui comportamenti gestionali”.

Appalti truccati, per pm corruzione anche con una Smart

Corruzione anche con “un’auto Smart”. È quanto emerge dal decreto di perquisizione dei pubblici ministeri di Milano Alessandro Gobbis, Francesco Cajani e l’aggiunto Tiziana Siciliano a carico dell’ex ad della Fondazione Milano Cortina, Vincenzo Novari, e l’ex manager Massimiliano Zuco nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sugli appalti delle Olimpiadi invernali 2026. Per “favorire l’affidamento delle gare” dei servizi digital della Fondazione alle società Vetrya e Quibyt dell’imprenditore Luca Tomassini (indagato) i due manager avrebbero ricevuto o accettato “denaro e altre utilità” fra cui “l’auto smart per Zuco” pagata da Tomassini nel novembre 2019. Le successive aggiudicazioni degli appalti portavano alla “emissione di fatture” a favore delle due aziende per oltre un milione e 895mila euro. Secondo i pm i fatti sarebbero stati commessi fra marzo 2020 e 2021. Le indagini sono affidate al Nucleo Pef della guardia di finanza di Milano e al Nucleo speciale frodi tecnologiche delle fiamme gialle che stanno eseguendo perquisizione nelle province di Milano, Roma, Parma e Terni.

Ex ad Novari assumeva in Fondazione suoi ex dipendenti

Secondo Procura e guardia di finanza di Milano Vincenzo Novari avrebbe “assunto” nella Fondazione Milano-Cortina 2026 “personale dipendente” proveniente dalle aziende dei suoi “precedenti incarichi dirigenziali” e da altre direttamente a lui “riferibili”. È uno degli aspetti che emerge dagli atti dell’inchiesta per corruzione e gare truccate sull’ex ad della Fondazione olimpica, l’ex manager Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tomassini. I pm rilevano un contesto di “opacità” nella gestione di appalti e personale “durante il mandato di Novari”, nonostante l’ente sia di natura “sostanzialmente pubblicistica” con “risorse e garanzie dello Stato e di enti locali” come “Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regioni Lombardia e Veneto, Comuni di Milano e Cortina d’Ampezzo, Province di Trento e Bolzano, Coni e Cip”, fa sapere il Procuratore Marcello Viola in una nota. Fra “soggetti conosciuti” da Novari e assunti dalla Fondazione ci sarebbero in particolare lavoratori provenienti dalla compagnia telefonica H3G e dalle società di Novari Bizboost, Softyou e Nhc. I legami Novari-Tomassini affondano però nel passato. Proprio da Nhc (Novari Holding and Consulting) la società, in seguito vincitrice degli appalti digital delle olimpiadi invernali, la Vetrya di Tommassini (poi Quybit), ha acquistato ancora nel 2018 quote societarie.

Pressioni anche per il logo

A detta degli inquirenti, inoltre, ci sarebbero stati “interessi di carattere personale” per far sì che “uno dei due loghi di Milano-Cortina 2026″ oggetto di un “televoto” pubblico vincesse sull’altro “in violazione dell’idea stessa di una ‘giuria popolare'”. La votazione pubblica sarebbe stata gestita “a livello tecnologico” dalla società Vetrya di Tomassini nei cui confronti Zuco avrebbe fatto pressioni “non giustificabili” per il suo ruolo e “funzioni” nella Fondazione. A vincere è stato il logo ribattezzato ‘Futura’ alternativo alla proposta ‘Dado’, entrambi erano stati presentati durante la finale di Sanremo al teatro Ariston. Nel comunicato stampa ufficiale del 30 marzo 2021 il Coni parlò di un emblema olimpico “scelto attraverso una votazione popolare online” per “la prima volta nella storia dei Giochi”. Dalle carte dei pm di Milano non emerge se effettivamente le pressioni abbiano favorito il simbolo vincitore.

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni