Il Tirreno

Sanremo 2023
Verso il festival

«Sanremo fluido? Scandaloso», l'intervento choc della deputata meloniana contro Rosa Chemical è antistorico

di Cesare Bonifazi
«Sanremo fluido? Scandaloso», l'intervento choc della deputata meloniana contro Rosa Chemical è antistorico

L’onorevole Morgante (FdI) all’attacco di Rosa Chemical: «Ennesimo spot gender». Ma da Bindi ad Achille Lauro da sempre all’Ariston la musica rompe le convenzioni dell’eterosessualità, del sesso matrimoniale e della monogamia

03 febbraio 2023
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Mentre il «pensiero stupendo» di Patty Pravo «nasce un poco strisciando», «il triangolo» di Renato Zero «no, non l’avevo considerato». Se per i Pooh «a volte un uomo è solo perché ha in testa strani tarli», Umberto Bindi implora l’amante: «non mi dire chi sei, se il nome che hai ci può separare».
Per l’onorevole Maddalena Morgante di Fratelli d'Italia la storia della musica che rompe le convenzioni dell’eterosessualità, del sesso matrimoniale e della monogamia non esiste. Cancellati con un colpo di spugna anche Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Paola Turci, Achille Lauro e gli stessi Maneskin. Lo suggerisce il suo discorso di ieri nel quale ha arringato l’aula contro uno dei futuri concorrenti del Festival di Sanremo e la sua vicinanza alla presunta “ideologia gender”. E lo spettacolo deve ancora cominciare. Il destinatario di tanto livore è Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, il quale, per sua stessa ammissione, porterà sul palco la sessualità fluida, la poligamia e la pornografia da Onlyfans.
Le parole della parlamentare lasciano poco spazio al fraintendimento: «La rivoluzione fluida era già da tempo al teatro Ariston. Trasformare Sanremo, un appuntamento che ogni anno tiene incollato allo schermo famiglie e bambini, un emblema della tivù tradizionale convenzionale, in un appuntamento genderfluid è del tutto inopportuno».
La deputata veronese continua: «Il Festival rischia di diventare l'ennesimo spot in favore del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi e che da sempre Fratelli d'Italia contrasta. È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non solo sulla tv di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, non solo con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto di fronte ai tanti bambini che guarderanno la tv».
Insomma, la cosa non disturba Morgante, che ha 41 anni: quando ne aveva 21 ha visto su Mtv il bacio lesbo tra Madonna e Britney Spears e, poco prima, tra Madonna e Christina Aguileira; e ne aveva 27 quando durante una serata con le amiche ha ballato la canzone di Katy Perry che “ha baciato una ragazza” alle spalle del fidanzato “e le è pure piaciuto”. Il problema è salvaguardare i bambini.
La meloniana però ha ragione: il suo partito ha sempre contrastato questi temi. Tutti ricordiamo gli applausi dei suoi amici senatori per l’affossamento del Ddl Zan che avrebbe dovuto pene più severe per i reati d’odio contro le persone Lgbt+.
Chiude poi l’intervento auspicando un ripensamento al riguardo: «Nelle ultime edizioni il Festival si è trasformato in propaganda a senso unico, un vero condensato della peggiore ideologia che vuole minare l'identità dell'uomo e della donna».
Negli ultimi anni all’Ariston: Achille Lauro bacia il suo chitarrista Dom Boss nel 2021, nel 2019 Levante parla del bullismo contro una persona trans, nel 2017 Michele Bravi interpreta un brano per il fidanzato, nel 2013 Renzo Rubino intona al piano il suo amore per il postino, nel 2002 Anna Tatangelo racconta la storia di quello che all’epoca era il suo migliore amico e adesso è un’amica, Grazia Di Michele e Rossana Casale nel 1993 interpretano “gli amori diversi”, i Pooh del 1990 vincono il Festival con i loro «uomini soli, solo perché sono dei diversi», nel 1977 Rettore racconta di «uomini con il fucile in mano che si incontrano di notte per fare l’amore», nel 1961 Umberto Bindi cerca di nascondere l’amore per un uomo in “Non mi dire chi sei”. Insomma, Sanremo ha sempre cantato tutto: anche temi scomodi, sesso, generi fluidi, tradimenti, amori omosessuali.
La musica fa questo effetto. Nel cortometraggio italiano di Alice Rohrwacher “Le pupille”, candidato agli Oscar, la canzone “Baciami piccina” di Alberto Rabagliati è considerata scandalosa e inopportuna per un orfanotrofio religioso dei tempi del fascismo, tanto che la Superiora è costretta a lavare la lingua alle piccole con il sapone. Lo scandalo è figlio delle coordinate personali e del momento storico. Non è colpa di nessuno se quelle di Morgante sono rimaste lì.

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