19enne picchiato perché gay: "La solidarietà aiuta"
Presidio Arcigay e Città. Primo omosessuale sposo, manca cultura
TORINO. "E' una guerra lunga. Non siamo riusciti a combatterla in tanti anni, non sarà questo a sconfiggere il pregiudizio. Ma aiuta a sensibilizzare". Esce allo scoperto Marco, il 19enne aggredito lo scorso fine settimana a Torino perché gay. E lo fa partecipando al presidio di solidarietà organizzato da Arcigay, Città di Torino e Circoscrizione 8 alla Casa del Quartiere di San Salvario, non distante dal luogo dell'aggressione.
Accolto da un lungo applauso, il giovane ha ringraziato "tutti per la solidarietà". "Allevia il dolore, fisico e non solo", dice mostrando i segni dell'aggressione, nella quale ha riportato la frattura di una clavicola e di un piede. "Quanto accaduto è purtroppo solo uno dei tanti episodi - sottolinea - Non sentirne parlare vorrebbe dire vivere in un mondo migliore, ma raccontarli aiuta a far sì che non capitino più".
Al presidio c'era anche Gianni, con Franco la prima coppia omosessuale unita civilmente: "l'omofobia sta aumentando, manca la cultura e si sta tornando indietro".