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Rossi, il volley nel sangue. Tutta la famiglia sotto rete

di Maurizio Caldarelli
La famiglia Rossi: da sinistra Andrea, Emma, Martina e Rossano
La famiglia Rossi: da sinistra Andrea, Emma, Martina e Rossano

Babbo Rossano ex giocatore e adesso ds e allenatore in serie B2. I figli Andrea, Martina ed Emma coltivano la stessa passione

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GROSSETO. Rappresentano quattro squadre diverse, ma hanno un cuore che batte per la pallavolo e un unico cognome: Rossi. Quella di Rossano, 52 anni; Andrea, 24 anni; Martina, 20 anni ed Emma, 15 anni è una storia che merita di essere raccontata.La Maremma del volley può contare su una famiglia... sotto rete, un unicum nel mondo dello sport provinciale. I protagonisti sono uniti da un legame di sangue, ma anche da una disciplina che fa da sempre parte della loro vita. Almeno per i tre figli di Rossano Rossi, direttore sportivo della Pallavolo Grosseto e allo stesso tempo coach della Giorgio Peri in serie B2 e della Luca Consani in D e U16. Il capofamiglia, rispetto ad Andrea, Martina e Emma, si è avvicinato da grandicello al mondo della pallavolo, in maniera causale. «In gioventù ho fatto la trafila delle giovanili - racconta Rossano Rossi - arrivando in nazionale nel tiro con l’arco e a 18 anni ho iniziato a giocare in spiaggia a beach volley. Avendo iniziato tardi non ho fatto le giovanili. Ho cominciato nel Volley Vas allenato da Alberto Marconcini. Mi sono appassionato e dal 1991 ho giocato nell’Invicta fino alla serie B. Ho smesso a 42 anni nel 2014, facendo diversi ruoli, anche se quello che mi ha caratterizzato è stato lo schiacciatore». Quando è nato Andrea, nel 2000, Rossano era insomma nel pieno della sua attività ed è stato naturale per il primogenito seguire le orme del babbo. «Non ho mai spinto i miei figli a giocare a pallavolo - precisa il coach - Diciamo però che sono cresciuti in palestra. Andrea è nato il 25 agosto e già dopo pochi mesi ha visto volare in aria un pallo. A cinque anni è stato tesserato dall’Invicta e lì è rimasto fino a oggi, è lo schiacciatore di Fabrizio Rolando in serie B. A quindici anni ha fatto un’esperienza a Milano, con le giovanili del Segrate nell’U17. Molti dei suoi ex compagni sono arrivati in A1. Mio figlio, nonostante sia 1,90 e si faccia valere in B con la sua fisicità, è troppo piccolo per i livelli più alti, che sono ormai riservati a giocatori intorno ai due metri». Da qualche anno sono nel volley dei grandi anche le due ragazze. Martina, classe 2004, è cresciuta nel Grosseto Volley, ha fatto un’esperienza a Cecina e da due anni gioca nella Pallavolo Follonica di Giuseppe D’Auge. La più piccola, Emma, classe 2009, è una delle colonne della giovanissima squadra di serie D della Luca Consani. Rossano, chi è il più appassionato dei suoi figli? «Diciamo che il loro amore per questo sport è andato in crescendo ed è stata una scelta fisiologica: Martina ed Emma vedevano il fratello giocare a pallavolo, sono cresciute con il pallone in mano ed è venuto naturale iniziare a giocare. I miei figli mi hanno visto giocare e io li ho allenati, compreso Andrea nell’Invicta». Riesce a seguire i ragazzi dal vivo? «Purtroppo no, ho tre squadre da guidare (B2, D e U16) che spesso giocano in comporanea. Quando possono casomai vengono Andrea, che ha fatto anche per un periodo il mio scoutman, e Martina. Mi devo accontentare dello streaming e dei messaggi che mi mandano Emma gioca in due delle mie squadre e quindi riesco a starle vicino. Anche per questo ho accettato di allenare la serie D». Com’è il vostro rapporto per quanto riguarda la pallavolo? «Sono sempre riuscito a tenere le distanze a comportarmi in campo solo da tecnico. Se non me ne parlano loro, cerco di non entrare nelle dinamiche delle loro squadre. Ognuno di noi ha una vita: Andrea, ragionerie, lavora in un’agenzia immobiliare, Martina studia sociologia all’università, Emma frequenta l’istituto Alberghiero. Quando ci ritroviamo tutti assieme, però, l’argomento pallavolo viene sempre fuori». Chi è il più talentuoso? «Ognuno ha le sue caratteristiche. Da allenatore dico che sono tutti dei buoni giocatori. Emma, che sta crescendo bene, e Andrea sono più dotati fisicamente; Martina, fa la palleggiatrice e a livello di testa è quella più quadrata, più strutturata». l© RIPRODUZIONE RISERVATA

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