Il Tirreno

Grosseto

dopo la decisione del comitato regionale 

Pro e contro allo slittamento della ripresa dei campionati

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31 dicembre 2021
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grosseto. L’ondata di covid ferma il calcio dilettanti. Nel tardo pomeriggio di ieri il comitato regionale della Figc ha deliberato e ratificato che la programmata ripartenza dei campionati fissata per domenica 9 gennaio slitterà di tre settimane.

Si dovrebbe tornare in campo domenica 30 gennaio ma il condizionale non è soltanto d’obbligo ma rappresenta l’unica cosa certa fra molteplici incertezze.

L’incubo all’orizzonte è quello di non terminare i campionati per il terzo anno consecutivo con il rischio di infliggere un duro colpo al calcio dilettanti che deve sobbarcarsi ulteriori costi non messi in preventivo. È stato chiarito che ci si potrà allenare rispettando il protocollo sanitario, la strategia adottata è quella di bloccare i campionati per evitare un numero massiccio di partite da rinviare a causa del moltiplicarsi dei contagi anche fra i tesserati ma la decisione ha prodotto qualche mugugno e diverse perplessità nelle società maremmane.

Particolarmente contrariato è il presidente del Fonteblanda Gerardo Melchionda: «Sicuramente la situazione è difficile e comprendo che prendere le decisioni non è semplice però ho la percezione che ad essere penalizzati sono sempre i più deboli, nel caso specifico mi riferisco al calcio dilettanti con i club che dovranno continuare a sobbarcarsi i costi di gestione degli impianti che rimarranno aperti per svolgere gli allenamenti».

Il direttore generale dell’Atletico Maremma Luca Vaselli è un po’ più morbido ma non rinuncia a mettere in evidenza le criticità: «Purtroppo in questa situazione era immaginabile una scelta del genere, credo che sia stata una decisione obbligata, certamente la Federazione dovrà intervenire per modificare il regolamento che prevede per un tesserato di effettuare nuovamente la visita medica per l’idoneità sportiva dopo 30 giorni dalla guarigione dal Covid, altrimenti il rischio è quello di non giocare per mancanza di giocatori». Un concetto ripreso anche dal direttore generale dell’InvictaSauro Giuliano Dragoni: «Sono sicuro che questo lasso di tempo servirà alla Federazione per rendere più snello ed efficace il protocollo adattandolo alle esigenze e alle casistiche che adesso sono variate».

Il direttore sportivo dell’Argentario Vittorio Patané mostra di comprendere le motivazioni dello stop ai campionati anche se per lui un’altra strada poteva essere percorribile: «Io avrei provato a giocare il 9 gennaio, se poi le partite rinviate erano troppe ci si sarebbe fermati». Un concetto ripreso dal direttore generale del Manciano Arnaldo Biondi: «Manca soltanto una giornata alla fine del girone di andata, si poteva provare a giocare anche perché la domanda che tutti ci stiamo ponendo è la seguente: e se fra un mese la situazione non è migliorata cosa facciamo? Se riprendiamo allora non si capirebbe perché ci siamo fermati e se non ci sono le condizioni per riprendere allora potevamo provare a terminare almeno il girone di andata». In questo senso mostra pessimismo il presidente dell’Orbetello Palmiro Bosi: «Per me la decisione presa dalla Federazione è giusta, noi abbiamo bloccato anche gli allenamenti per tutelare i nostri tesserati, personalmente credo che anche questa stagione finirà così».

L’allenatore del Sorano Emilio Baldoni chiede chiarezza: «Va bene lo stop di tre settimane ma poi deve essere chiaro se i campionati potranno riprendere oppure no. L’anno scorso siamo andati avanti nell’incertezza per mesi, adesso ci sono i vaccini e una soluzione va trovata, sicuramente ciò che non aiuta è l’incertezza».

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