Il Tirreno

Grosseto

Il lutto

L’ultimo saluto allo storico dottore: per trent’anni medico della frazione

di Matteo Scardigli
Il dottor Francini e la targa che gli era stata donata
Il dottor Francini e la targa che gli era stata donata

Castell’Azzara, chiesa gremita: «Il suo arrivo fu una ventata di energia, freschezza e novità», ricorda l’ex sindaco

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CASTELL’AZZARA. Chiesa gremita nella frazione di Selvena, oggi 19 dicembre nel primo pomeriggio, per dare l’ultimo saluto al dottor Lucio Francini. «Medico condotto di Selvena per oltre trent’anni con dedizione, umanità e instancabile impegno», come recita la targa con la quale la Pro loco aveva inteso ringraziarlo ai primi di settembre alla Casa del Minatore in un evento dedicato al quale era stata invitata l’intera cittadinanza.

L’ultimo saluto

Francini se n’è andato giovedì a 86 anni a causa di una malattia. Originario di Porto Santo Stefano, dove – appeso il camice al chiodo per la pensione – tempo fa era tornato nella sua casa con vista sul mare dell’Argentario strappando qualche lacrima ai compaesani d’adozione (che comunque si mobilitarono per lui), era arrivato nella piccola frazione da giovanissimo neolaureato (l’Ordine provinciale gli conferì un’onorificenza per il 50° nel settembre del 2022), e qui conobbe una comunità che lo accolse a braccia aperte e la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie.

I ricordi

«Il suo arrivo fu una ventata di energia, freschezza e novità», ricorda l’ex sindaco Maurizio Coppi, che lo descrive come «un dottore che si prodigò molto per l’intera comunità, un personaggio per certi versi, diciamo “fuori dalle righe” e un uomo d’altri tempi, sempre pronto ad aiutare gli altri; lo fece anche con me durante il mio mandato e per questo ancora lo ringrazio». In paese portò, oltre a conforto e cure per i malati e le loro famiglie, anche l’amore per i cavalli (era un habitué della fiera di Verona) con il quale “contagiò” larga parte dei compaesani; e per il quale acquistò una tenuta vicino al Fiora proprio per mettere a dimora i suoi destrieri.

«Il suo matrimonio, per un paese abituato alle cerimonie all’altare e poi al pranzo al ristorante, fu un evento. Per il “sì” scelse la cornice dell’antico castello, la Rocca Silvana», racconta ancora l’ex primo cittadino. E in molti, di certo, ancora rammentano quel giorno. Il buon dottore partecipò a gioie e dolori del borgo, fra i tanti – troppi – quello per la perdita dell’amica e collega Silvia Lozzi (medico di medicina generale e medico di medicina legale dell’allora Usl9), morta in seguito a un incidente stradale a metà agosto di undici anni fa: «Ha lasciato un segno profondo nella mia esistenza», confessò alle esequie.

La carriera

La professione lo portò poi a esercitare anche a Cinigiano e Manciano, e quando ci fu la necessità di prendere l’ambulatorio lasciò la frazione. Ma mai del tutto. Tanto era legato a Selvena infatti, che qui tempo addietro aveva scelto di far riposare la madre per andare sulla sua tomba ogni volta che poteva. E accanto alla madre giace adesso anche lui, nel cimitero di Selvena dove molti compaesani potranno andare a trovarlo anche solo per scambiare due chiacchiere con l’amico di una vita o ringraziare ancora una volta l’uomo che ha accudito e curato generazioni di selvignani, che ieri lo hanno ricordato tra le lacrime.

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