Economia
Grosseto, in vendita all’asta un rifugio antiaereo: «Quante volte ci sono entrato da bambino»
Paganico, il Demanio mette all’asta la fortificazione riparo della gente sotto i bombardamenti: il prezzo e cosa fare in caso di interesse. Il racconto del proprietario dell’hotel 3 stelle che accoglie i turisti “sopra” al nascondiglio
GROSSETO. “Il Rifugio” è un grande classico tra le strutture ricettive: un nascondiglio dalle incombenze del lavoro e dal tran tran della vita quotidiana spesso immerso nella natura e lontano da tutto. Ma qui, al confine est dell’abitato di Paganico, la storia è un’altra. Anzi: la Storia, con la maiuscola, che oggi è in vendita; sbloccando i ricordi di tanti “ex bambini”.
La vendita all’asta
L’Agenzia del Demanio, attraverso la direzione regionale Toscana e Umbria, intende procedere all’alienazione, a trattativa privata, a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui attualmente si trovano, di alcuni beni immobili di proprietà dello Stato: 32 tra le dieci province del Granducato (in gran parte ad Arezzo), perlopiù immobili e terreni tra cui spicca – appunto – il rifugio di protezione antiaerea interrato da cui ha preso il nome l’albergo che Riccardo Gavagni ha dedicato alla figlia Giulia: un hotel 3 stelle che è anche agriturismo a conduzione familiare con la moglie Andrea e le figlie Eva e – appunto – Giulia.
Il racconto
«Oggi è pericoloso ma quando si era ragazzini ci si andava lì sotto, anche se pure allora non è che fosse sicurissimo, ma eravamo affascinati e incuriositi da quella cosa che era stata la seconda guerra mondiale», racconta, e spiega: «Qui davanti c’erano i carabinieri accanto alla stazione (che c’è ancora), presi di mira dai bombardamenti da Sasso d’Ombrone. Qui si veniva per trovare riparo finché il peggio non era passato e si stava tutti insieme, c’erano i bagni per le donne e quelli per gli uomini».
Com’è fatto
La fortificazione, o ciò che ne resta, è priva di un accesso diretto dalla Statale se non attraverso porzioni di terreni di proprietà privata attigue all’area demaniale. L’ingresso è blindato da una porta in acciaio infissa su di una struttura di mattoni rossi in parte ricoperta da vegetazione spontanea. Originariamente era dotata di un altro ingresso e una via di esodo (tre accessi in tutto, quindi) disposti sui lati opposti della lunga galleria; tuttavia quello rivolto verso sud risulta tamponato con mattoni.
Sono 485 metri quadri di superficie scoperta e qualche cosa più di 145 di sottosuolo che i bimbi di allora, piccoli esploratori, ricordano bene: le pareti nude e umide, a terra calcinacci e sporcizia. Solo a pensarci tornano alla mente quell’odore indefinibile di tante avventure a giocare ai soldati e quel tremolio alle giunture di chi affrontava la proverbiale “prova di coraggio”, soprattutto dopo i terribili racconti di genitori e nonni; quelli che la guerra l’avevano vissuta davvero sulla propria pelle.
«Il Comune era interessato a riscattare il rifugio, per una questione di memoria storica», ricorda la sindaca Alessandra Biondi; ma si lasciò perdere proprio a causa delle difficoltà logistiche date della mancanza di un accesso diretto alla Statale. E allo stesso tempo era interessato proprio Gavagni, ma anche qui non si arrivò a nulla: «A noi sarebbe piaciuto farci una cantina ma è ammalorato a causa di una cattiva gestione da parte dell’essere umano, perché negli anni Ottanta si fece lì sopra un gran movimento di terra lasciando scoperta una porzione che prima era interrata lasciandola alle intemperie».
Lo certifica la stessa direzione regionale Toscana e Umbria dell’Agenzia del Demanio: lo stato manutentivo è mediocre (lo stato occupazionale è ovviamente libero). Eppure della manutenzione è stata fatta, almeno a livello di verde, dallo stesso proprietario dell’hotel che da bimbo quella lunga galleria (che era l’uscita di emergenza) l’ha percorsa con la testa bassa ben più di una volta: «Quando fui contattato dal funzionario, più o meno un anno fa, fu perché lo Stato aveva deciso di disfarsi di un bene che per esso non aveva senso mantenere o recuperare: venne l’ingegnera e fece tutto il sopralluogo e alla fine mise i lucchetti al cancello perché nessuno potesse più entrare (perché l’area, fino all’eventuale vendita, rimane comunque al Demanio; ndr). Noi – spiega – abbiamo sempre cercato di arginare l’avanzata della vegetazione perché altrimenti ci invaderebbe. E sarebbe bello che le scuole potessero venire a vedere almeno il giardino».
Il prezzo
A 32.400 euro di prezzo base con una cauzione del 10% (3.240 euro), chi fosse interessato può rivolgersi a Carla Bernabini (055 20071329, carla.bernabini @agenziademanio.it) o Claudio Tommasini (055 20071327, claudio.tomma sini@agenziademanio.it). Aggiornamento catastale e attestato di prestazione energetica in corso di redazione. Il bene si vende nello stato di fatto, anche relativo agli impianti, e di diritto in cui attualmente si trova e si rende noto che nella determinazione del prezzo si è tenuto conto di tutte le condizioni manutentive dello stesso.
Cosa può diventare
Certo, rimane il nodo della mancanza di un accesso diretto alla Statale e ci sono da fare degli ingenti lavori di recupero e ristrutturazione, ma una volta rimessa a nuovo la ex fortificazione si presta praticamente a qualsiasi destinazione d’uso (purché sia in conformità alle pianificazioni dei vari enti): l’unico limite è costituito dalla fantasia dell’acquirente. Con l’ovvio ma purtroppo non scontato augurio che, in tempo di riarmo (le stime dell’osservatorio Milex di pochi giorni fa parlano di una spesa militare previsionale “pura” in crescita di un miliardo nel 2026 per l’Italia), non debba tornare mai più alla sua funzione originaria.
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