Dal palco al presepe più celebre: Lucio Corsi diventa una statuina nel presepe di San Gregorio Armeno
Storica bottega ha dato vita all’artista in miniatura. Il maestro artigiano Marco Ferrigno: «È un personaggio che entra subito nella nostra fantasia per la bontà contagiosa»
GROSSETO. Lucio Corsi voleva essere un duro, ma alla fine è finito in un luogo particolarmente romantico come il presepe di San Gregorio Armeno, una delle più suggestive viuzze del centro storico di Napoli, presa d’assalto dai turisti per le botteghe artigiane che realizzano statuine per il presepe.
L’iniziativa di mettere il cantautore grossetano è del maestro artigiano Marco Ferrigno, titolare della più antica bottega di Napoli, nata nel 1836. «La nostra è una tradizionale familiare, che viene tramandata di padre in figlio - dice Ferrigno - Io sono la quarta generazione, mio figlio Giuseppe, che lavora con me e ho già inserito nell’insegna, è la quinta».
Ferrigno in quest’ultimo anno è diventato un fan di Lucio Corsi, ancor prima che diventasse uno dei cantautori più amati a livello nazionale. «Questa statuina - spiega Marco Ferrigno - nasce perché Lucio Corsi è un personaggio che entra subito nella fantasia di noi artisti, perché è una persona che si contraddistingue innanzitutto per la sua semplicità. Confesso che mi aveva già colpito ancora prima che iniziasse Sanremo. Quando l’ho ascoltato nelle interviste pre Sanremo, ho visto che emanava una sorta di bontà contagiosa e dissi "A questo devo fare la statuetta". A Napoli si usa, solitamente, fare la statuina a quelli che vincono Sanremo, con Lucio ho fatto un’eccezione. La statuina di Olly, il vincitore del Festival - spiega - mi viene richiesta adesso che ha presentato il nuovo brano, ma durante e dopo Sanremo la statuetta di Lucio era richiestissima. Io ho fatto questa statuina intuendo quello che poteva essere il risultato finale. L’ho fatta il giorno prima che iniziasse Sanremo e l’ho messa subito in vendita, il riscontro è stato straordinario». Fa un certo effetto vedere la versione in miniatura, con il costume che indossava il giorno del suo debutto nella grande musica. «C’è una versione da 15 centimetri con la chitarra in mano uguale a quella seduto, che è il suo modo di essere. Poi ho fatto una versione più dettagliata da 35 centimetri, in cui sotto lo stivale c’è la scritta del personaggio della Disney da lui più amato, Andy. Per finire ho messo Topo Gigio con cui ha fatto un duetto indimenticabile».
Ferrigno da subito ha messo Lucio nella vetrina esterna della botte, visitata quotidianamente da migliaia di persone, nella sezione cantanti, insieme a stelle come Gianna Nannini, Elvis Presley, Pino Daniele. «In questi anni a Napoli - sottolinea Ferrigno - viene sempre più gente a vedere questa particolare pop art e nel presepe insieme ai pastori, ai re Magi, ci sono i divi della canzone, insieme a politici e sportivi. Seguiamo quotidianamente l’attualità. La nostra bottega, che ha nove appassionati dipendenti, ha realizzato anche la statuina di Sinner per la vittoria di Wimbledon o quella dell’attaccante della Fiorentina, Kean». Quanto tempo serve per realizzare una statuina? «Di quelle in produzione, di cui abbiamo uno stampo, riusciamo a farne dieci ogni due giorni in terracotta, dopodiché devono andare altri due giorni nel forno e poi ci vogliono altri due per i ritocchi. In una settimana riusciamo a completare 10-12 statuine. Per la statuina di Lucio abbiamo fatto 120 copie, andate esaurite, tanto che l’abbiamo rimessa in riproduzione. Per il Natale si prevede una grande affluenza. Ormai San Gregorio Armeno, un vicoletto nel centro storico di Napoli, è invaso di turisti tutto l’anno, ma ospitiamo anche personaggi famosi. Sabato ho consegnato, con grande emozione, una statuina a Roberto Baggio e non nascondo che mi piacerebbe donarne una di persona anche a Lucio Corsi».
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