Porto Ercole, al posto della fabbrica abbandonata il maxi hotel di lusso firmato dall’archistar
Al via la demolizione dell’ex Cirio, complesso acquistato dalla società Ergole che fa capo a un magnate svedese: «Ruspe a ottobre»
PORTO ERCOLE. È previsto per la fine di ottobre l’inizio della demolizione dell’ex stabilimento Cirio di Porto Ercole. «Se tutto prosegue come deve - dice il sindaco al nostro taccuino - a ottobre potrebbe prendere il via la demolizione. Il condizionale è d’obbligo perché la burocrazia è sempre in agguato con mille complicazioni. Ci sono state delle lungaggini dal punto di vista burocratico che adesso dovrebbero essere risolte. Speriamo che da fine ottobre possa prendere il via la demolizione che poi potrà lasciare il posto alla realizzazione della nuova struttura che riqualificherà una zona abbandonata di Porto Ercole che così potrà tornare a nuova vita».
Il progetto dell’hotel di lusso
La storia della ex Cirio è lunga. Il complesso, negli anni scorsi, era stato acquistato dalla società Erqole che fa capo a un magnate svedese, già proprietario dell’ex hotel Don Pedro adesso La Roqqa, delle Viste, di Riva del Marchese, dell’hotel Boutique di Cala Piccola a Porto Santo Stefano e la Fattoria La Capitana a Magliano in Toscana. A Porto Ercole, al posto dell’ex stabilimento nascerà un hotel di lusso: il nuovo progetto è firmato dall’architetto fiorentino Marco Casamonti (lo stesso della cantina Antinori in Chianti Classico e del Viola Park della Fiorentina) che ha lavorato per integrare la nuova struttura con la costa, sviluppando idee originali. Le camere sono state ridotte a 30, sono stati previsti un giardino e una piscina con vista mare sul tetto dell’hotel, e un centro benessere da mille metri quadrati.
Fabbrica dismessa da oltre 40 anni
La caratteristica sagoma dell’ex-Cirio, fabbrica dismessa da più di 40 anni rimasta una ferita aperta per uno dei borghi più belli d’Italia scomparirà per sempre per lasciare il posto a una struttura lussuosa che sarà visibile dalla costa e cambierà lo scenario del borgo. L’iter per dare il via alla demolizione e alla successiva riqualificazione è stato travagliato sin dall’inizio. Era marzo dello scorso anno quando il piano attuativo era stato portato in approvazione nel consiglio comunale. Poi Cerulli lo aveva ritirato. Come spiegazione aveva detto che «i termini per l’approvazione del piano attuativo era scaduti». Ad aprile poi era tornato in consiglio comunale e approvato all’unanimità spiegando che i termini non erano scaduti perché, nei conteggi del tempo, c’era da tenere conto delle proroghe concesse per l’emergenza Covid. Poi è iniziato tutto l’iter precedente alla demolizione che adesso potrebbe essere imminente e lasciare poi il posto alla realizzazione del nuovo edificio che tutti aspettano.
Amarcord
Un anno e un mese fa 142 ex dipendenti della fabbrica - quasi tutte donne - si erano riuniti nella sala parrocchiale della chiesa di Porto Ercole per ascoltare dalla viva voce di Stefano Cuoco, amministratore delegato del gruppo Erqole, i progetti di rilancio per la struttura.