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L'allarme

Vip che invitano a diventare ricchi: come funziona la truffa e cosa c’entra l'intelligenza artificiale

Un fermo immagine del falso video di Fabio Fazio che circolava qualche tempo fa e Emanuela Raponi e Francesca Frosini avvocate
Un fermo immagine del falso video di Fabio Fazio che circolava qualche tempo fa e Emanuela Raponi e Francesca Frosini avvocate

Grosseto, l’allarme di Federconsumatori che avverte i cittadini sulle esche del web

15 maggio 2024
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GROSSETO. Il noto presentatore Fabio Fazio, l’attrice Paola Cortellesi o l’imprenditore Piero Ferrari, durante un’intervista o una trasmissione televisiva, promuovono una nuova App per diventare ricchi, dichiarando di essersene serviti e di aver in poco tempo investito e guadagnato molti soldi in modo semplice e sicuro. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nientemeno, ne utilizzerebbe una creata da Elon Musk per investire e guadagnare sul mercato azionario.

«Sono solo alcuni esempi delle “esche” che si trovano sul web per truffare le persone – spiega Giorgio Romualdi, segretario di Federconsumatori – Naturalmente è tutto falso, anzi sono fake, come si dice, ma su Facebook e su “X” si trovano facilmente contenuti sponsorizzati che fanno riferimento a presunti servizi televisivi nei quali il vip di turno svelerebbe il segreto della sua fortuna economica, condividendolo con gli utenti invitati a investire solo qualche centinaio di euro per ottenere notevoli guadagni».

Si tratta di vere e proprie truffe, spiega l’associazione, «che facendo leva sulla notorietà e sull’affidabilità dei personaggi famosi coinvolti collegano il malcapitato a piattaforme di investimento che, sulla scorta di altrettanto false attestazioni di solidità e serietà provenienti, ad esempio, dalla Banca d’Italia, invitano a iscriversi ed inserire i propri dati per ricevere informazioni».

Successivamente, fatta l’iscrizione, si iniziano a ricevere decine di telefonate di sedicenti incaricati della società finanziaria «che, con modi affabili e millantando titoli e competenze, invitano a un investimento relativamente contenuto, di circa 200/400 euro, da cui conseguiranno i lauti ricavi già rappresentati nei video fake, rappresentando che l’offerta è vicina a scadere o che è limitata a pochi clienti e che pertanto la decisione deve essere presa in fretta».

E dopo un primo investimento, se il malcapitato chiede la liquidazione della sua “cedola”, ne viene proposto un altro ancora più redditizio, in un gioco al rialzo che, se non ci si accorge della truffa nella quale siamo incappati, può essere realmente dannoso, e non solo per la perdita economica».

«Questo genere di imbrogli – spiegano da Federconsumatori le avvocate Emanuela Raponi e Francesca Frosini che mischiano disinformazione e intelligenza artificiale, manipolano video originali, che vengono montati alterando digitalmente l’audio, in modo da far dichiarare ai personaggi noti, loro malgrado coinvolti, frasi in realtà da loro mai pronunciate. È evidente, dunque, che si tratti di veri e propri deepfake, poiché nessuna di queste celebrità potrebbe mai sponsorizzare prodotti di questo tipo. Ma è anche vero che la loro notorietà e affidabilità è un elemento fondamentale per far cadere in trappola il malcapitato di turno. Com’è accaduto ad alcuni utenti che in questi mesi, dopo essere incappati nella truffa, si sono rivolti ai nostri uffici per capire come riuscire a recuperare il denaro perso. Tutti raccontano della difficoltà provata a sporgere denuncia a causa del sentimento di vergogna e mortificazione provati per essere “caduti” nella trappola. Perché questo è l’altro lato del problema, il più odioso a nostro parere, per il danno che infligge alla sfera personale più ancora che al conto in banca».

Federconsumatori, che mette a disposizione dei cittadini le proprie attività di formazione e informazione in materia digitale e finanziaria, consiglia, prima di fare qualsiasi investimento, di svolgere ricerche approfondite, indipendentemente da chi le propone, e di rivolgersi ai canali istituzionali.

«Invitiamo in ogni caso a segnalare questo tipo di post a Federconsumatori e alla polizia postale impegnata nel perseguire queste truffe - conclude l’associazione - ma soprattutto a non vergognarsi e a denunciare nel caso in cui se ne rimanesse vittima, perché chi si deve vergognare è chi le truffe le fa, non chi purtroppo le subisce», come purtroppo accade sempre più spesso.

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