Cuoco morto a 42 anni dopo le dimissioni, l’Asl si difende
Grosseto, il dottor Mauro Breggia: «Il paziente era stato dimesso a fronte di un quadro buono»
GROSSETO. Sul caso di Gil Catyong, il direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza, dottor Mauro Breggia, precisa che «il paziente, arrivato al pronto soccorso qualche giorno prima per patologia di lieve entità, era stato dimesso a fronte di un quadro di salute buono che lo consentiva. A seguito del doloroso successivo evento, al fine di fare chiarezza sulle cause, la direzione Deu ha richiesto il riscontro diagnostico e ha segnalato, come da prassi, il caso all’autorità giudiziaria. L’azienda, profondamente dispiaciuta per l’accaduto, si unisce al dolore dei familiari».
La nota arriva dall’Asl Toscana sud est, alla quale Il Tirreno aveva chiesto informazioni in merito alla morte di Gil Catyong, il 42enne cuoco d’origine filippina venuto a mancare il 14 marzo per cause ancora tutte da chiarire.
Lo chef si era sentito male due giorni prima e si era rivolto al pronto soccorso, dov’era stato sottoposto ad accertamento e poi dimesso.
Gil abitava a Grosseto con la fidanzata. In città vivevano anche il figlio 19enne e la madre. La Procura di Grosseto ha aperto un procedimento penale, al momento contro ignoti, e disposto l’autopsia che è stata effettuata in questi giorni. Nei giorni scorso era partita anche una raccolta fondi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA