Grosseto, sede Acquedotto del Fiora: «Da anni transenne ma niente lavori, il Comune si riprenda quell’area»
Il Movimento 5 stelle riapre la questione della sede mai realizzata
GROSSETO. Una grande area verde, giusto all’ingresso della stazione ferroviaria e al capolinea dei bus, da anni transennata con l’annuncio dell’apertura di un cantiere mai aperto. Un “primo impatto” non proprio esaltante per chi arriva in città, sul quale accende i riflettori il Movimento 5 stelle, con una mozione consiliare.
Capogruppo M5s in consiglio comunale, Giacomo Gori ha seguito per molti anni la vicenda della nuova sede di Acquedotto del Fiora spa, sempre opponendosi alla vendita della porzione di piazzale Marconi sulla quale avrebbe dovuto essere già stata realizzata.
Gori, a cosa si deve questa nuova mozione che ha deciso di portare all’attenzione del Consiglio comunale?
«Alla volontà, dopo dieci anni di moine e cortine fumogene innalzate da Comune di Grosseto e Acquedotto del Fiora spa, di dare finalmente una soluzione al problema del degrado inaccettabile in cui versa il lato destro di quella che ai grossetani è nota come piazza della stazione. Un rettangolo di terreno abbandonato a sé stesso, addobbato da rifiuti e rottami di biciclette, che d’altronde dà perfettamente l’idea al turista che scende dai treni alla stazione del tipo di città in cui si troverà a muoversi. Basta pensare alle condizioni di degrado del centro storico».
Per i 5 Stelle è un vecchio pallino, diciamo così...
«Più che altro, è un problema lasciato marcire dall’amministrazione comunale e da Fiora spa. Dopodiché è vero che noi ci siamo sempre opposti a quella soluzione, basata su una forzatura per garantire al Comune di Grosseto risorse di cui in quel momento aveva bisogno, era il 2013, per chiudere il proprio bilancio. Tanto è vero che negli anni successivi non si è mai realizzato quello che aveva giustificato l’operazione. Oltre al fatto che trovavamo poco decoroso cedere un pezzo della piazza antistante la stazione ferroviaria del Comune capoluogo; un’area che andava riqualifica nell’ambito della ristrutturazione di quello spazio pubblico».
Perché presentate solo ora questa mozione, allora?
«Perché è stato faticoso ricostruire la vicenda amministrativa attraverso gli atti, l’ultimo dei quali mi è stato consegnato pochi giorni fa. E perché c’è stato sempre un atteggiamento dilatorio da parte dei soggetti in campo. È mia intenzione richiedere la presenza del presidente di Adf spa, Renai, durante la commissione che precederà la discussione della mozione nel prossimo consiglio comunale. La città merita di assistere a un confronto sano e trasparente che sappia stimolare la soluzione utile a tutti».
Nella mozione chiedete che il Comune riacquisisca a titolo gratuito i 2.310 metri quadrati del terreno a suo tempo ceduto, valorizzando le proprietà di Acquedotto del Fiora. Cosa significa?
«Che gli uffici competenti, utilizzando gli strumenti urbanistici vigenti, possono trasferire la volumetria direzionale, oggi prevista alla stazione, in altre aree di proprietà della società di distribuzione dell’acqua, dove già esistono suoi impianti o edifici. Questo consentirebbe al Comune di tornare in possesso di un’area funzionale alla risistemazione di piazza Marconi senza pagare dazio, e ad Acquedotto del Fiora di non avere ingiustificati vantaggi aggiuntivi».
Una richiesta che va letta insieme al punto 3 della mozione, dove chiedete non sia ammessa la compensazione dei 2. 310 metri quadrati di piazza Marconi con altre superfici di proprietà comunale. Giusto?
«Esatto. Perché se così fosse il Comune metterebbe a disposizione di Fiora spa una sua proprietà per averne in cambio un’altra».
All’ultimo punto delle vostre proposte contenute nella mozione chiedete il coinvolgimento del Consiglio comunale, per utilizzare gli strumenti urbanistici in fase di definizione.
«La destinazione di quel terreno in piazza Marconi deve essere oggetto di una discussione pubblica trasparente per i cittadini, che non può che passare per il Consiglio comunale. Peraltro, proprio in questi mesi, dovrà essere approvato il nuovo strumento urbanistico con il piano attuativo relativo. Per cui è in quella sede che vanno messi i paletti. Noi abbiamo idee che renderemo note al momento opportuno».