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Imprenditore sventa il suicidio di una donna: «Ho fatto solo il mio dovere». Importante anche l’aiuto di una giovane

di Luca Barbieri
Carlo Lazzari
Carlo Lazzari

L’intervento decisivo dell’ex carabiniere, ecco come l’ha salvata. «Sono da sempre impegnato nel sociale, mi viene spontaneamente d’intervenire per il bene altrui»

31 gennaio 2024
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MASSA MARITTIMA. Ha sentito delle urla provenire dalla strada. Stava lavorando con la sua impresa di edilizia. Lui, da anni imprenditore con un passato nei carabinieri, non ci ha pensato un secondo. È sceso dal tetto e si è fatto strada tra i ponteggi e ha cominciato ad avvicinarsi alla voce, alle grida. Quando è arrivato più vicino ha capito tutto: una giovane stava gridando verso il balcone di una palazzina, dove c’era una donna appoggiata sulla ringhiera, racconta l’imprenditore grossetano. Attimi davvero di paura, concitati quelli della tarda mattinata di ieri, nel comune maremmano, per una vicenda che, per fortuna, ha visto un epilogo senza gravi conseguenze.

Le urla

Riavvolgendo il nastro della mattinata, Carlo Lazzari – imprenditore edile grossetano (con l’Eta Beta srl in passato è stato premiato anche per aver messo a disposizione del comando provinciale dei vigili del fuoco, durante l’emergenza del naufragio della Costa Concordia, strumenti meccanici utili per monitorare lo spostamento della nave), con un passato come comandante motovedette dei carabinieri (nell’Arma aveva il grado di appuntato) – sente delle grida in strada. È sui ponteggi: scende e raggiunge quelle urla che si fanno sempre più insistenti.

Di fronte a lui vede la giovane, una passante, che si rivolge a una donna: quest’ultima è sulla ringhiera di una palazzina (otto, nove metri circa d’altezza). L’intenzione – spiega Lazzari – sembra chiara e Carlo, che nelle situazioni delicate sa come muoversi, complice il suo passato da militare, non perde tempo e comincia a parlare con la donna: «Ho provato a farla desistere da quelle che erano le sue intenzioni, minacciava di buttarsi. Era sulla ringhiera, ho provato a parlarle, a tranquillizzarla, cercavo di riportare la situazione alla calma», racconterà poi Carlo. Sono secondi che sembrano durare ore, ogni parola va soppesata, con cura, delicatezza. La ragazza in strada con lui intanto lancia l’allarme: prima i carabinieri, poi vigili del fuoco e soccorritori arrivano prontamente.

Il gesto

A un certo punto, l’occhio esperto – quello che sa valutare ogni mossa, i tempi e le modalità dell’esecuzione – dell’ex carabiniere s’accorge di qualcosa che non va: «Ho visto che la donna sul parapetto stava cambiando posizione. Aveva cambiato l’impugnatura sulla tenda della finestra, ho capito che poteva succedere qualcosa di brutto da un momento all’altro. Ho chiesto alla ragazza di distrarla, di continuarle a parlare come stavamo facendo fino a quel momento e sono salito senza dare nell’occhio», aggiunge.

È qui che Lazzari chiede quindi alla giovane di continuare a parlare con la donna, lui intanto fa il giro della palazzina, entra e sale le scale raggiungendo l’abitazione.

Qui, però, trova una porta chiusa che riesce a “sfondare”. Poi raggiunge il terrazzino dove è la donna e riesce a bloccarla: «La porta per fortuna non era chiusa bene, sono entrato dopo averla quasi sfondata e ho raggiunto il terrazzo dove si trovava la donna. Ho atteso il momento buono, mi sono mosso con cura e accortezza per non farmi sentire, così da non innescare alcun tipo di sua reazione e poi l’ho afferrata al momento giusto per il braccio e portata dentro, in sicurezza».

Il messaggio

Lazzari non è nuovo a vicende dove si mette in prima linea per gli altri; oltre al suo passato da carabiniere, come spiega, oltre al premio, come detto, della sua azienda che ha ricevuto negli scorsi anni per l’emergenza Concordia, l’imprenditore aveva ricevuto un altro riconoscimento e proprio pochi mesi fa, inoltre, era riuscito a fermare un ladro in via della Pace, a Grosseto in piena notte, fa sapere. Sulla vicenda di ieri, tuttavia, quando sente il suo nome accostato alla parola “eroe” ci tiene a precisare: «No, per favore, non usiamo certe espressioni, uno non smette mai di essere carabiniere dentro, di avere lo slancio per il prossimo, di essere e di sentirsi in prima linea per la comunità. Sono da sempre impegnato nel sociale, mi viene spontaneamente d’intervenire per il bene altrui. Come questa mattina (ieri, ndr), d’altronde, non appena ho sentito delle urla. Purtroppo, e faccio una riflessione generale, siamo tutti troppo spesso impegnati nel lavoro, nella nostra vita, nella frenesia, quando invece sarebbe bello fermarci un attimo e concentrarci anche nell’aiutare gli altri, nel pensare alla comunità».

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