Golf Paolo Negroni alza i toni. «Il sindaco non mi fa paura»
«Lui minaccia denunce? Io non vedo l’ora di andare davanti a un giudice». L’imprenditore ribadisce le accuse sul mancato ampliamento del resort
FOLLONICA. Continua, con toni che ormai hanno poco di conciliante, il botta e risposta fra l’amministrazione follonichese e Paolo Negroni, proprietario del Riva Toscana Golf Resort & Spa sui dinieghi e i mancati ampliamenti della struttura. «La denuncia penale minacciata dal sindaco non mi fa paura – spiega Negroni – anzi non vedo l’ora di deporre davanti a un giudice imparziale visto che non ho nulla da nascondere». Il proprietario del resort poi scende nel dettaglio spiegando il perché della mancata presentazione di due documenti definiti dal Comune come fondamentali per poter procedere al completamento del plesso servizi, ovvero la valutazione di incidenza e la valutazione geologica. «I documenti non sono stati presentati perché l’iter procedurale è stato influenzato da due fatti gravissimi di cui il Comune e il sindaco si sono resi artefici – continua Negroni – il primo è l’esclusione del golf dal perimetro del territorio urbanizzato con il piano strutturale del 2019, dichiarando che ciò era imposto dalle leggi regionali salvo poi le smentite della dirigenza fiorentina dopo l’intervento del consigliere Andrea Ulmi (Lega, ndc). Rimango incredulo dopo aver letto che adesso si valuta di inserire il golf nell’area urbana come da noi richiesto nonostante la legge regionale non sia cambiata: tutto l’iter complicatissimo e costosissimo è stato provocato dalla decisione politica della maggioranza di collocare l’area del golf in zona agricola (valutazione però contestata da Benini che ritiene come tale scelta non impedisse comunque il completamento del plesso servizi, ndc) non tenendo conto delle strategie di riqualificazione e rigenerazione di progetti già avviati e quasi portati a compimento». Il secondo fatto cui si riferisce Negroni è relativo ai dati sovrastimati rispetto a quanto chiesto dal resort proposti in conferenza di copianificazione dall’amministrazione comunale «certamente non per aiutarmi ma invece per non consentire alla Regione di approvare l’intervento così come proposto dall’amministrazione comunale poiché non ammissibile viste le metrature così esageratamente smisurate. Non so quale sia la verità ma purtroppo a oggi posso constatare che grazie a questa scelta politica non ho avuto alcuna possibilità di sviluppo ma soltanto problemi che hanno ostacolato l’iter procedurale». In merito all’ultimo diniego Negroni sostiene infine che il regolamento urbanistico attuale consente, al contrario di quanto detto dal Comune, di dotare la struttura di un garage di 150 metri quadri: «A livello personale mi sento profondamente offeso in quanto è da quando ero alle elementari che non mi veniva detto di non pensare di fare quello che voglio perché mi chiamo Negroni, un’accusa che mi ferisce profondamente per la storia di onestà e umiltà che caratterizza la mia famiglia»