Il Tirreno

Grosseto

Grosseto

Guide turistiche, Sos al ministro: «La concorrenza sleale ci uccide»

Guide turistiche, Sos al ministro: «La concorrenza sleale ci uccide»

Il grossetano Franci (presidente nazionale di Gti): la riforma è ferma da 9 anni. Accessi alla professione bloccati, stranieri col patentino facile: il settore muore

30 giugno 2022
5 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Le guide turistiche sono in fibrillazione. Da 9 anni aspettano una riforma della professione che non arriva. Ferma in Senato, inceppata nelle pastoie burocratiche e nelle difficoltà di un’intesa tra Stato e Regioni. Il problema è che «senza professionisti si espande l’abusivismo», protesta Gti (Guide turistiche italiane), associazione nazionale presente in tutta Italia con una forte selezione curriculare in ingresso e che, guidata a livello nazionale dal grossetano Simone Fiderigo Franci, si batte da anni per avere una normativa chiara. Un gap che anche in Maremma sta provocando danni incalcolabili.

Riforma al palo

È stato avviato da anni ma è al palo l’iter di una riforma (sicuramente complessa) in cui lo Stato e le Regioni devono trovare una soluzione comune e che piaccia a tutti. Mai trovata, per cui «dal 2013 a oggi – dice Franci – siamo senza legge. La riforma della professione di guida turistica è ferma in Senato alla Commissione Industria per (pare) un eccesso di emendamenti che renderebbero difficile un testo che accontenti tutti: le sigle fautrici di un’abilitazione nazionale e quelle che puntano al mantenimento di quelle regionali o addirittura provinciali, con possibilità di lavorare in aree limitate». Il grossetano presidente di Gti e guida turistica delle Orme, supportato dal direttivo dell’associazione nazionale, il 21 giugno ha scritto una lettera al ministro Massimo Garavaglia in cui esprime le difficoltà facendo notare come «la situazione stia favorendo l’abusivismo», piaga che trova terreno fertile in un contesto schizofrenico. «Gentile ministro – scrive – constatiamo con rammarico che la riforma della professione di guida turistica non sia tra le priorità del Governo, seppure il valzer della discussione degli emendamenti da una Commissione industria all’altra indurrebbe a pensare il contrario. La mole di emendamenti ricevuti, tra cui i nostri sottoscritti da Pd e 5 Stelle – scrive Franci – è forse tra i motivi che rendono difficile giungere a una sintesi in cui i singoli articoli non si contraddicano l’un l’altro in un tentativo di mediazione. Ciò non è sufficiente per rimandare una riforma che ci viene chiesta dall’Europa e il cui testo, come lei aveva dichiarato, sarebbe stato pronto per giugno».

Settore in crisi

Di questa assenza di chiarezza normativa, a fare le spese sono le guide. In Italia le selezioni per accedere alla professione sono chiuse. In Toscana gli ultimi esami risalgono al 2017, in altre regioni al 2013. Nel 2017 c’è chi è arrivato in questa regione da fuori, per sostenere un esame che sembrava un miraggio. «Poi dal 2017/2018 basta anche qua – dice Franci – Perché anche la Regione Toscana ha detto stop alle abilitazioni, finché il Governo non farà una legge omogenea e per tutti uguale». Il problema è che questa legge non arriva. E che nuovi ingressi nella professione non ci sono più. Molti giovani ambiziosi stanno lasciando la strada che avevano avviato con entusiasmo. Chi si era laureato, per esempio in Storia dell’arte, per intraprendere questa bellissima strada sta mollando. «L’accesso alla professione è bloccato e tutto ciò è incostituzionale», protesta il presidente. «Le nostre file si sono impoverite. Resistono gli storici. Molti vanno in pensione e vengono sostituiti da stranieri o sono assediati dagli “abusivi”».

Gli abusivi

Senza prospettive, senza ricambio, il settore vede proliferare le figure ibride di “accompagnatori turistici”, altrimenti detti “tour leader” e che, solitamente deputati a svolgere mansioni pratico/burocratiche (accompagnare il turista in hotel per esempio), di fatto prendono il posto delle guide professioniste, senza avere una formazione specifica. «Scarseggiando le guide professioniste, tanti si improvvisano nell’assoluta inconsapevolezza dei clienti, che non conoscono le qualifiche. Sono sempre più le persone senza patentino che fanno nascere associazioni culturali, o accompagnatori per supportare i turisti nei tour».

Dall’estero è facile

In questo caos, è rimasta pure aperta la possibilità di convertire il “patentino” preso all’estero per esercitare la professione in Italia. «Il che comporta assurdamente – continua Franci – che se io italiano voglio diventare una guida in Italia non lo posso fare perché mancano le leggi e la Regione non fa più fare esami; quindi qua non abbiamo guide nuove. Ma se io (ipotesi) sono francese e vivo in Francia e divento guida là, secondo la normativa europea posso convertire il mio patentino francese in patentino italiano. Abbiamo un proliferare di guide straniere o patentini stranieri convertiti», con una formazione ridotta ai minimi termini. «Gli altri stati sfornano guide che poi vengono a lavoro in tutta Italia, mentre le regioni italiane non ne fanno più. Io mi batto a livello nazionale – dice Franci – affinché sia fatta chiarezza e si arrivi a una legge che spieghi come si diventa guida nazionale in modo che le Regioni possano riprendere a formare nuove guide».

Manca l’elenco

Ma quante sono al momento le guide in provincia di Grosseto? Anche questo è un problema: impossibile può avere una stima precisa. «Sul sito della Regione – dice il presidente di Gti – c’è solo l’elenco dei vecchi abilitati a Grosseto, ma a occhio e croce quelli che realmente potrebbero farlo come lavoro non arrivano a 100». Ed è questo un punto da risolvere, uno dei tanti. «Noi vogliamo una legge nazionale dove figuri un elenco di tutte le guide italiane autorizzate e che sia aggiornato; ovvero un elenco non solo con le guide autorizzate, ma con quelle che “effettivamente” hanno fatto denuncia di inizio attività e lavorano davvero. Perché negli elenchi della Regione ci sono coloro che hanno superato l’esame prima del 2013 per la provincia di Grosseto, ma se poi si sono trasferiti a Roma, Firenze o Siena, se non hanno ritirato il patentino o non hanno aperto la Partita Iva e non lavorano, noi non lo possiamo sapere. Vogliamo un elenco di guide realmente esistenti e ufficiale, in modo che anche noi possiamo sapere quanti siamo». Il settore ha bisogno di non essere lasciato più solo. l


 

Primo piano
Il caso

Pasquetta, chiusi tutti i negozi di Unicoop Tirreno: lo ha deciso il giudice del lavoro

Sportello legale