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Pianeta agricoltura

Grosseto, domani la protesta del Coordinamento nazionale riscatto agricolo

Massimiliano Frascino

	La prima manifestazione in piazza Dante (foto Agenzia Bf)
La prima manifestazione in piazza Dante (foto Agenzia Bf)

In città entrerà un unico trattore seguito a piedi dagli agricoltori in corteo

29 gennaio 2024
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GROSSETO. Gli agricoltori del “Coordinamento nazionale riscatto agricolo”, che stanno animando la protesta dei trattori contro Bruxelles e la politica agricola comunitaria (Pac), tornano a Grosseto dopo la manifestazione in piazza Dante di lunedì scorso. Sperando di avere più fortuna in termini di partecipazione. L’happening, nel quadro delle tante manifestazioni nazionali che si terranno domani, si terrà in piazza Caduti di Nassirya, sotto le mura medicee. L’appuntamento per trattori e mezzi agricoli è alle 10 di domani, martedì 30 gennaio, i trattori provenienti da più parti della provincia non entreranno tutti in città: il punto di convergenza dei mezzi è presso il piazzale dell’hotel Il Parco sulla statale Aurelia, a Grosseto sud. Da lì prenderà le mosse un unico trattore seguito a piedi dagli agricoltori in corteo, che seguendo il tracciato (via Brigate partigiane, per arrivare a piazza della Libertà, imboccare via de’ Barberi; quindi, via dei Lavatoi e via Fossombroni) raggiungerà piazza Nassirya dove intorno alle 11 si svolgerà un breve comizio, per poi lasciare la città passando da via Bengasi, Cesare Battisti e via dei Mille, per raggiungere le Quattro strade e tornare ai mezzi parcheggiati. In mattinata, quindi, lungo il percorso e nelle vie adiacenti ci saranno limitazioni temporanee al transito e un po’ di traffico.

Alla manifestazione nazionale del Coordinamento nazionale riscatto agricolo, sul piano locale aderiscono i Comitati riuniti agricoli (Cra), rappresentati fra gli altri da Fabio Mecarozzi e Mirella Pastorelli, del Comitato pastori d’Italia.

«Ci attendiamo tanta gente – spiega Mecarozzi – almeno tenendo conto delle adesioni che abbiamo avuto. Alla questura ho chiesto l’autorizzazione per un massimo di 1.000 persone, staremo a vedere. Nel Senese, in contemporanea, ci sarà una manifestazione a Bettolle».

L’obiettivo politico del coordinamento è mettere in discussione le politiche della Commissione europea sull’agricoltura, e fare pressione sul governo. Coldiretti, Cia e Confagricoltura, da parte loro, non hanno aderito alla manifestazione, esprimendo critiche a livello nazionale e locale. Mecarozzi è un fiume in piena. «Noi agricoltori – dice – vogliamo continuare a produrre e a tutelare la salute dei cittadini garantendogli prodotti di qualità e coltivati in modo corretto. Il nostro obiettivo è rimanere sulla terra per lavorarla, valorizzando le tipicità locali e i marchi di qualità come Igp, Dop, Igt e Doc. Mentre oramai siamo assediati dalle multinazionali che comprano o affittano terreni per realizzare pannelli solari, svilendo il ruolo dell’agricoltura e della produzione».

Un’altra aspettativa di chi protesta è quella di ottenere «la calmierazione dei prezzi alla produzione, che non possono scendere oltre una certa soglia. Perché questo rende impossibile continuate a coltivare la terra per avere un reddito. Come succede a esempio per la produzione dei cereali, con prezzi che sono nettamente inferiori ai costi di produzione. Anche sul versante del credito bisogna che le cose cambino, perché le banche ormai non hanno più alcun rapporto con chi produce sul territorio e non tengono conto dei tempi dell’agricoltura, chiedendo garanzie onerose e il rientro dei finanziamenti in tempi troppo stretti. In questo quadro – aggiunge Mecarozzi – ci sono vere e proprie emergenze come quella degli allevamenti zootecnici, da latte e da carne, che stanno letteralmente scomparendo, nonostante quella di Grosseto fosse la provincia con più stalle di tutta la Toscana».

L’ultimo pensiero del leader della protesta è per le associazioni di categoria tradizionali del mondo agricolo. «Dal nostro punto di vista – conclude – le associazioni degli agricoltori stanno troppo zitte rispetto ai problemi dell’agricoltura che stanno esplodendo in tutta Europa con un malcontento evidente. La nostra protesta non è contro di loro, e ci piacerebbe realizzare un fronte comune perché al di là degli schieramenti siamo tutti contadini, e uniti potremmo avere più forza di contrattazione nei confronti della politica».

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