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La Viola trova il suo centravanti: Kean riparte da 3 gol in 5 partite

di Francesco Gensini
Mister Palladino
Mister Palladino

Viene da una stagione da zero gol in 19 presenze con la Juve e in mezzo a mille problemi

03 settembre 2024
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FIRENZE. La Fiorentina ha trovato finalmente un centravanti e Moise Kean ha trovato una squadra per essere (tornare a essere) un centravanti: bastava poco, no? Forse sì, ma di sicuro sono stati sufficienti poco meno di due mesi di precampionato e soprattutto cinque partite ufficiali tra campionato e Conference League (merito aggiunge merito: l’attaccante ex Juventus si è preso il palcoscenico da protagonista nonostante le grandi difficoltà di gioco e di rendimento della formazione di Palladino) per arrivare al risultato che tutti aspettavano.

Tifosi viola in primis, che negli anni del dopo Vlahovic hanno visto passare fuggevolmente e chi più chi meno lasciando un segno risibile, i vari Piatek, Cabral, Jovic, Nzola (e aggiungiamoci Beltran che è stato acquistato a caro prezzo come centravanti e che poi come centravanti poco o nulla ha giocato e poco o nulla finora ha dimostrato).

Con Kean la storia è cambiata e non conterà quanti gol farà da qui in avanti il classe 2000 che, guarda un po’, proprio grazie a questo inizio ottimo in maglia Fiorentina si è ripreso quella azzurra della Nazionale convincendo il commissario tecnico Spalletti a chiamarlo per le partite con Francia e Israele di Nations League: meglio, i gol conteranno perché per un attaccante tutto o quasi tutto si misura con i gol, però l’assioma di partenza è già valido e niente lo cambierà. Ma in origine era un investimento/scommessa: l’uno pagando Kean ben 18 milioni, di cui 13 di parte fissa e 5 di bonus con i primi 2 facilmente raggiungibili (senza dimenticare i 2,2 milioni all’anno per cinque anni garantiti al calciatore) fatto dagli uomini di mercato di Commisso in accordo con Palladino; l’altra andando a puntare su un centravanti che veniva da una stagione da zero gol (sì, zero) in 19 presenze con la Juventus in mezzo a mille problemi fisici e di spazio non dato e non guadagnato.

La seconda (scommessa), poi, ben sintetizzata da tre numeri: 17, 519 e 1.043. Come i gol, anche i numeri sono importanti e spiegano tutto se non tanto nel calcio e non solo nel calcio: non a caso, è stata proprio la rete segnata dal numero 20 (a proposito: al di là che il 9 ce l’ha Beltran, scelta intelligente quella di non appesantire le aspettative generali andando a prendere un numero che a Firenze non è uguale agli altri) al 45’ di Fiorentina-Monza a innescare il terno che è uscito domenica pomeriggio sulla ruota di Firenze. Diciassette come i mesi trascorsi dall’ultimo gol realizzato da Kean in Serie A ad aprile 2023 in Juventus-Verona: e da allora si sono accumulati 519 giorni sul calendario gregoriano e 1.043 di gioco sul calendario del campo. Il tocco vincente di rabbia, anzi no di convinzione, e di giustezza sull’assist di Ranieri gli ha consentito di mettere il punto ad un’attesa troppo lunga e ormai troppo faticosa da sopportare. Come si riassume l’impatto iper positivo che il centravanti ha avuto sulla Fiorentina e su tutto l’ambiente nella ricerca di buoni motivi per andare oltre l’inizio sotto tono nei risultati (cinque pareggi nelle prime cinque partite in stagione nelle varie competizioni non era mai accaduto nei quasi cent’anni di storia del club viola)? Sempre con i numeri: quello di ieri l’altro è stato sì il primo gol in Serie A, ma si aggiunge ai due già firmati tra andata e ritorno nei playoff di Conference League per un totale di tre gol in cinque gare, e soprattutto con il pensiero del diretto interessato: uno espresso subito dopo il Monza, l’altro affidato ieri a mente fredda a Instagram, negli anni Duemila ormai sdoganato a contenitore di gioie e dolori, speranze e ambizioni. «Avevo bisogno di questo: sono stato fortunato di trovare compagni e un allenatore così, ora sta a me dimostrare che mi merito la fiducia», ha detto in sala stampa. Infine, ieri prima di mettersi a disposizione di Spalletti. «La vita può cambiare in pochi secondi, quindi assicurati di dare valore a ogni momento».
 

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