Fiorentina, Palladino e il debutto in Europa: «La Conference vale molto per noi»
Oggi la sfida contro Puskas Akademia: «Siamo carichi e ci siamo preparati bene. Gli avversari? Temibili perché sono più avanti di noi per aver disputato più partite»
FIRENZE. Emozionato com’è giusto che sia, anche se non lo dà troppo a vedere per naturale forma di riserbo e pudore personale, perché oggi sarà il debutto in Europa per Raffaele Palladino e affatto banale. Sempre diffidare di chi dice: eh ma la Conference League, eh ma la Puskas Akademia: luoghi comuni che non appartengono a chi va in campo, vede il marchio Uefa intorno, sa di giocarsi qualcosa che farà comunque carriera e curriculum, nel bene e anche nel male. Calciatore o allenatore, non importa: l’emozione c’è, la voglia idem. Garantisce il tecnico viola. «Certo che c’è emozione, e c’è pure adrenalina che è figlia degli allenamenti svolti in questa settimana verso una partita molto importante: siamo carichi e ci siamo preparati bene, consapevoli che la Conference League vale molto per noi e per la società, quindi serve e vogliamo una grande prestazione. Vogliamo soprattutto passare i playoff e portare entusiasmo a Firenze. Si parla ancora delle due finali raggiunte nelle ultime due edizioni, ma adesso è fondamentale affrontare questi due turni per andare oltre i playoff. Ripeto: ci teniamo a passare. Il periodo, però, impone di gestire le forze specie con tre gare in una settimana e mi affiderò alla collaborazione e alle sensazioni dei ragazzi per capire chi è al 100 per cento. Detto questo, sono sicuro che chi andrà in campo avrà l’atteggiamento giusto».
Atteggiamento tattico compreso e così Palladino, prima di addentrarsi su alcuni singoli, fa un discorso chiaro su modulo e sistema di gioco, ripetendo in pratica quanto aveva dichiarato il giorno della sua presentazione ormai due mesi fa: adesso gioca con il 3-4-2-1, nulla gli vieterà di passare al 4-2-3-1. Idee chiare, concetti chiari. «Ribadisco che possiamo utilizzare entrambi i moduli. Questa squadra si è sempre affidata alla difesa a quattro, ma in ritiro abbiamo puntato molto su quella a tre, anche perché ci sono calciatori che possono appunto disimpegnarsi bene con ambedue le soluzioni. Non stravolgiamo nulla adesso: ci vuole pazienza ad assimilare tutto, poi a mercato chiuso vedremo. Mancano tanti tasselli e una volta inseriti per avere la rosa al completo capiremo bene che cosa sia meglio mettere in pratica. Ma nessun sistema sarà fisso e cercheremo sempre di mettere in campo la miglior formazione possibile».
Un messaggio altrettanto chiaro ai suoi e all’ambiente («Puskas formazione temibile: sono più avanti di noi per aver disputato più partite e intanto sono primi nel loro campionato. Dovremo stare attenti alle ripartenze e poi sanno difendere bene, ma noi vogliamo passare il turno e abbiamo il compito di gestire le due gare nel modo giusto»), poi una sventagliata di singoli, cominciando da quello sulla bocca di tutti. «Con Gonzalez ho un grande dialogo quotidiano, lui è sincero e io sono contento di questo. La situazione è legata alle dinamiche del mercato e riguarda Nico e la società alla ricerca del punto d’arrivo migliore: non destabilizza nulla e il mio gruppo, solido e forte, non si distrae».
Su Amrabat e Beltran. «Quello con Sofyan è un rapporto altrettanto piacevole. Il mercato potrebbe mandarlo in confusione, invece è concentrato su di noi e pronto a giocare dall’inizio o a gara in corso. Quanto a Lucas, si è calato subito nella parte pur tornando più tardi rispetto agli altri: lo vedo centravanti, ma anche trequartista a sinistra e su questo secondo ruolo ci lavoreremo». Infine, su De Gea e Biraghi. «David si allenava da solo da un anno, ma ha fatto tanti allenamenti e ha portato grande professionalità. Può partire titolare già in questa occasione. Il nostro capitano può fare il terzo di difesa che il quinto in modo naturale».