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Firenze Rugby festeggia i 91 anni e conquista sempre più giovani

di Eleonora Signorini
Firenze Rugby festeggia i 91 anni e conquista sempre più giovani

La società celebra quasi un secolo: «Con la pandemia la passione per questo sport è cresciuta»

23 settembre 2022
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FIRENZE. Tutto iniziò nel 1931 quando a Firenze – precisamente al campo di calcio dell’Autorità Militare – nasce la prima squadra di rugby, costretta ad allenarsi con una palla rotonda perché non si trovavano palloni ovali. Da quel momento, la città si innamora di questo sport: solo un anno dopo la squadra del Firenze rugby si classifica ai Campionati nazionali universitari e prende parte al primo Campionato federale.

Finalmente, nel 1936, nasce il Padovani, l’attuale impianto sportivo sede della società, in centro a Firenze (nel quartiere di Campo di Marte) dove, dalla giusta prospettiva, si può vedere anche il Duomo. Da questo momento, ex giocatori di calcio, universitari, old e professionisti si schierano sotto un’unica bandiera: quella bianco rossa del Firenze Rugby, che diventa una delle società rugbistiche più importanti in Italia. Poi arriva la serie A, la TOP12, i Medicei (ma soprattutto il loro fallimento) e gli anni 2000, il periodo migliore, che ha cambiato la percezione del rugby sia nazionale che internazionale. In quegli anni la nazionale italiana riesce ad entrare a far parte del Cinque nazioni, il più importante torneo internazionale di rugby che diventa da quel momento il Sei nazioni.

In 91 anni di storia, il Firenze Rugby 1931 ha conquistato grandi e piccini: i primi sono diventati i protagonisti, nel 1994, dei Ribolliti, il primo club old in Toscana e il punto di riferimento di tanti ex giocatori ed appassionati. I più piccoli invece sono sempre più attratti dal contatto e dall’aggregazione di questo sport, soprattutto dopo il periodo di quarantena.

L’ambiente e i valori che insegna il rugby, sono da sempre il motore di questo sport. Uno sport in cui non esiste ansia da prestazione. Uno sport in cui non esiste la critica all’arbitro, all’avversario, al giocatore o all’allenatore, in cui tutti possono sbagliare e avere la propria opinione, da esprimere però sempre in maniera civile. E poi c’è il terzo tempo, una delle più caratteristiche tradizioni del mondo del rugby. Ormai diventato il mito di questo sport, si svolge dopo la partita e riunisce tutti i giocatori delle due squadre avversarie, che colgono l’occasione per mangiare e bere insieme. Questo momento racchiude in sé uno dei principi fondamentali del rugby: la sportività.

Tutti ingredienti che negli anni hanno fatto crescere il movimento e anche la squadra fiorentina. «Le nostre squadre vanno dagli under 5 ai 70 anni, con la squadra dei Ribolliti. Questa stagione abbiamo 2 squadre seniores, una prima squadra che quest’anno farà il campionato di serie B e la squadra cadetta che quest’anno farà il campionato in serie C», raccontano dalla società.

Ma la Firenze Ruby è anche una società che attrae solidarietà. Qui l’attività volontaria è spontanea dal momento che tutti si sentono parte di una grande famiglia: i genitori sono sempre presenti, preparano il terzo tempo, servono il cibo e sparecchiano, realizzano un servizio fotografico che poi inviano a tutti o scrivono due righe sulla partita. Ed ecco che il giocatore, grande o piccino che sia, si trova supportato e incoraggiato da questa grande famiglia.




 

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