Il Tirreno

Firenze

La sosta rigenera i nuovi. La rimonta passa da qui

di Francesco Gensini

	Rolando Mandragora ha segnato contro la Cremonese al debutto regalando i primi tre punti alla Fiorentina in campionato
Rolando Mandragora ha segnato contro la Cremonese al debutto regalando i primi tre punti alla Fiorentina in campionato

Il portiere ex Tottenham deve cancellare gli errori di Istanbul. L’obiettivo è recuperare quanto prima Dodô, la freccia brasiliana

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FIRENZE. Ci sono più fattori che concorrono al salto di qualità necessario alla Fiorentina per cambiare passo in campionato e recuperare il terreno perso in Conference League e uno di questi è sicuramente il contributo degli acquisti. Non del mercato che sarà a gennaio 2023, al momento troppo distante anche solo per delinearne i tratti principali, ma il mercato che è stato nei mesi dell’estate appena mandata in archivio dal calendario, in cui la società viola ha preso decisioni sicuramente impegnative e importanti così da cercare di consegnare a Italiano un gruppo modificato nella fisionomia a causa di partenze di un certo rilievo. Ormai si sa quali sono state le scelte per sostituire i vari Odriozola, Torreira, Piatek e mettiamoci anche Vlahovic per il peso specifico della partenza del serbo seppur relativa all’inverno passato eppure tutto questo è secondario rispetto a ciò che conta veramente: ovvero, il rendimento in campo dei nuovi. E il campo, in questo primo sostanzioso blocco di stagione, ha detto che il contributo degli acquisti 2022 non è ancora all’altezza delle speranze e forse delle aspettative. Gollini (5 presenze per 450’minuti) , Dodô (7 presenze per 428’) , Mandragora (10 presenze per 470’e 1 gol) , Barak (9 presenze per 549’e 1 gol) e Jovic (10 presenze per 559’e 1 gol) : i numeri dicono tanto, ma non dicono tutto, perché poi ci sono di mezzo gli infortuni, l’inevitabile processo d’inserimento di chi nuovo lo è non solo come squadra, ma anche come calcio e lingua, più i problemi contingenti della squadra che chi è arrivato per ultimo un po’li "provoca" e un po’li subisce. Dodô, ad esempio, aveva da recuperare una condizione fisica ostacolata da tanti mesi di inattività (ultima partita disputata a dicembre) e ovviamente Italiano lo ha gestito per consentirgli di giocare quando questa condizione lo poteva accompagnare evitando brutte figure e l’innesco di dubbi che il valore del calciatore non prevede. Piano riuscito, perché il brasiliano stava dando segnali di ampia crescita, ma poi, indesiderato, è arrivato il guaio al polpaccio a Bologna e tutto si è fermato, con il rischio di dover ricominciare se non daccapo, di sicuro da un bel pezzo indietro. Sotto con Mandragora, arrivato a Firenze come vice Amrabat dopo che al marocchino era stato consegnato lo scettro che era stato di Torreira per il comando del gioco: le esigenze hanno consigliato di impiegare l’ex Toro anche nel ruolo da interno, oltre che in quello da regista, e ciò non ha prodotto i risultati preventivati. Barak è il classico rinforzo preso e utilizzato: Italiano lo considera fondamentale e non ci ha pensato un attimo a dargli un posto fisso in squadra, con risultati diverse volte buoni e (poche) altre meno, ragion per cui anche uno affidabile come lui rientra nel discorso di partenza e nel salto di qualità che la formazione viola deve fare grazie all’aiuto dei nuovi. Nuovo è Luka Jovic, su cui le aspettative continuano ad essere enormi e pari alle difficoltà di soddisfarle per una forma fisica e tecnica arrugginita da più stagioni vissute quasi ai margini al Real Madrid, come ben rilevato in questo mese abbondante nell’alternanza con Cabral. Infine Gollini, che a sua volta ha diviso la porta con Terracciano e tutto sommato c’era stato poco da imputare all’ex Tottenham fino a Istanbul e alla macchia per la sciocchezza commessa sul secondo gol del Basaksehir, macchia che tale e rimane ma limitata a quell’occasione e non certo riferita al valore del numero uno bolognese che vuole tornare a essere quanto prima protagonista. Protagonista lui e tutti gli altri che sono a Firenze da poche settimane, perché è inevitabile che la Fiorentina diventerà "vera" Fiorentina soltanto attraverso il mercato estivo: che ancora non è riuscito a dare a Italiano tutto quello di cui aveva ed ha bisogno. l© RIPRODUZIONE RISERVATA

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