Il Tirreno

Firenze

Calciomercato. Ecco come cambia la Fiorentina nel segno di Italiano

Francesco Gensini
Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano

Barone e Pradè al lavoro per i nuovi acquisti

30 giugno 2022
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FIRENZE. Com’era e come sarà, la Fiorentina ovviamente. Anche se di concreto da “toccare” non c’è ancora niente, e nemmeno ci potrebbe essere con il mercato che apre ufficialmente i battenti domani e li terrà su per due mesi esatti, gli innesti sottotraccia degli uomini di mercato di Commisso stanno già disegnando una squadra modificata e ritoccata, aggiustata e perfezionata, facendo tesoro delle cose buone e degli errori del recente passato. Sempre nel segno di Vincenzo Italiano, il vero regista delle operazioni. Che poi c’è da fare i conti con i… conti, cioè con l’esigenza di coniugare progetto tecnico e bilancio, ma a quello ci pensano Barone e Pradè traducendo i consigli/le richieste del tecnico siciliano in affari possibili. E molto è già stato fatto, perché mai come stavolta l’apparenza inganna: la casella viola degli acquisti è vuota solo per un discorso di tempi e regole, ma da domani comincerà a riempirsi di nomi e con essi di sogni e speranze. L’idea di Italiano è semplice quanto illuminata e inverte i concetti e i termini resi famosi dal suo corregionale Tomasi di Lampedusa: non cambiare niente per cambiare tutto. In che modo? Semplicemente rimpiazzando chi c’era prima e non c’è più con sostituti che vadano a riempire il vuoto pari pari, ma alzando il livello sia del singolo che del gruppo con alcuni piccoli-grandi accorgimenti per dare così il senso del “progresso”. Basta mettere a confronto l’ultima Fiorentina della stagione e quella che andrà subito alla verifica del campo nel ritiro di Moena per rendersi conto che questo è il piano di Italiano e della società, in attesa poi di ulteriori e successivi rinforzi per arrivare alla rosa completa e definitiva a fine agosto, tra una partita e l’altra nell’incrocio diabolico e insensato del percorso del mercato con quello del campionato (e della Conference League nel caso della squadra viola) . Si diceva come sta cambiando la Fiorentina. Dove c’era Odriozola c’è Dodô, dove c’era Torreira c’è Mandragora, dove c’erano Cabral (che è rimasto e dev’essere valutato con una nuova prova) e Piatek (che è andato via) c’è Jovic. Molto più che tre “semplici” cambi per sostituire uno con un altro. In quei tre cambi è racchiuso l’Italiano-pensiero che affonda le radici nella convinzione di ripetere migliorando quello che funziona. Non cambiare niente per cambiare tutto, appunto. Odriozola e, soprattutto, Torreira sono stati punti di forza della “vecchia” Fiorentina e l’allenatore di concerto con la società – una volta scelta la via della separazione dai due non senza strascichi polemici – ha studiato e individuato il modo per sostituirli con buone garanzie di farlo bene. Dodô e Mandragora assicurano a Italiano ciò di cui ha bisogno per il suo gioco sulla fascia destra e a centrocampo, e lo stesso vale per Jovic, anzi in teoria il surplus è ancora più garantito: basta che il serbo torni l’attaccante che faceva sfracelli e che il Real Madrid ha pagato sessanta milioni tre estati fa. Insomma, per essere alla fine di giugno è già una Fiorentina più che disegnata nei tratti essenziali, segno quello sì tangibile di una strategia precisa che avrà come striscione d’arrivo un gruppo numericamente folto e qualitativamente valido. Le ambizioni in Italia e in Europa non consentono altra strada.l


 

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