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Firenze, tre studentesse palestinesi accolte all’Università: «Apriamo la porta della conoscenza»

di Redazione Firenze
Firenze, tre studentesse palestinesi accolte all’Università: «Apriamo la porta della conoscenza»

Borse di studio internazionali per tre giovani arrivate dalla Cisgiordania grazie al progetto

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FIRENZE Arrivano da lontano, con valigie leggere e occhi pieni di futuro. Due da Nablus, una da Jenin, città di muri e check-point, dove l’università è spesso un sogno interrotto. Da oggi sono a Firenze, accolte nella sede del Rettorato dell’Università di Firenze dalla rettrice Alessandra Petrucci e dalla delegata all’Inclusione Maria Paola Monaco. È la prima mattina del loro nuovo inizio: una foto, tre sorrisi timidi, dietro di loro le bandiere d’Italia e dell’Unione Europea.

Le tre giovani sono le vincitrici del bando IUPALS – Italian Universities for Palestinian Students, un progetto nazionale sostenuto dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Un «corridoio umanitario accademico», lo chiama la rettrice Petrucci: una via d’accesso allo studio pensata per studenti e studentesse dei Territori Palestinesi, dove la guerra e l’instabilità spesso cancellano ogni possibilità di formazione.

Firenze ha messo a disposizione tre borse di studio per la frequenza di corsi di laurea magistrale in lingua inglese. Le ragazze seguiranno percorsi diversi, ma intrecciati da una stessa ambizione: costruire futuro. Una studierà Software: Science and Technology, un’altra International Relations and European Studies, la terza Urban and Regional Planning and Design for Sustainability.
Oltre alla copertura delle tasse universitarie, avranno accesso gratuito ai servizi del Diritto allo Studio della Toscana – alloggio, mensa, orientamento, tutoraggio – e a un programma di supporto personalizzato dell’Ateneo.

«Accogliere non è mai un atto formale» dice la rettrice Petrucci, con la voce che si scalda un poco. «È scegliere di tenere aperta la porta della conoscenza anche dove prevalgono chiusure e paure. Oggi l’Università di Firenze rinnova questo impegno, certa che ogni vita accolta sia una possibilità di futuro condiviso». Parole che hanno il tono di una dichiarazione di principio, ma che in queste settimane assumono un valore concreto. Dalla Cisgiordania a Firenze, il viaggio di queste tre studentesse è un gesto di fiducia reciproca: loro che lasciano tutto per studiare in un Paese sconosciuto, l’Ateneo che apre le sue aule per farne spazio di dialogo e formazione.

Dietro la cerimonia d’accoglienza, c’è un lavoro corale – quello dei docenti, dell’Ufficio Relazioni Internazionali, dei tutor, dei colleghi italiani che le accompagneranno nei primi mesi. «Il progetto IUPALS è nato per difendere il diritto all’istruzione come diritto universale, anche in aree di conflitto», spiega la professoressa Monaco.

E in fondo l’immagine più forte della giornata è tutta lì, nella stanza del Rettorato: giovani donne che vengono da un altrove difficile, strette tra due accademiche italiane, sotto le bandiere d’Europa e d’Italia. Un piccolo simbolo di cultura che diventa diplomazia, accoglienza che si fa atto politico. Firenze, città di studio e di pace, da oggi ha tre cittadine in più.

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