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Firenze, il Duomo e Palazzo Vecchio “ricostruiti” con capsule d’alluminio: ecco la mostra dell’artigiano del caffè

di Elena Andreini
Remo Calonaci
Remo Calonaci

Un lavoro di precisione iniziato durante il lockdown quando ha pensato di dare una nuova vita alle capsule anziché buttarle

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FIRENZE. Arte e artigianato in miniatura riutilizzando le capsule in alluminio del caffè. È l’intuizione e l’abilità di Remo Calonaci convinto sostenitore del riutilizzo degli oggetti e della passione per Firenze. Così, adoperando poco meno di 17mila capsule in alluminio per il caffè, Calonaci ha costruito tre monumenti fiorentini: il Duomo, Palazzo Vecchio e Ponte Vecchio, tutti in scala ridotta.

Chi

Un lavoro di precisione iniziato durante il Lockdown quando stando nella sua casa di Rufina, Calonaci, ha pensato di dare nuova vita alle capsule anzichè buttarle. «La polvere del caffè usata l’ho sempre destinata alle piante - racconta Calonaci, 77 anni - mi dispiaceva, invece, gettare via la parte esterna in alluminio e così ho cominciato a pensare a come poterla rimettere in circolazione. Sono appassionato di storia di Firenze e amo i suoi monumenti e ho deciso di provare a costruire qualcosa».

Cosa fa

Sul suo tavolo da lavoro ci sono colla, forbici, martello, una taglierina costruita appositamente, trincetto e le immancabili capsule colorate fanno parte dei materiali per iniziare a edificare il monumento in miniatura. «Sono partito cominciando a tagliare le capsule facendole diventare delle strisce ma bisogna stare attenti perché da un lato compare l’alluminio e dall’altra il colore indice dell’aroma del caffè. Quindi per costruire Palazzo Vecchio, ad esempio, mi serviva un tipo di caffè con la capsula marrone, una selezione iniziata con gli acquisti casalinghi». E qui sono entrati in ballo familiari e amici che pur di vedere il risultato di questo progetto si sono dedicati a consumare il “solito” caffè. «Non nascondo la difficoltà di aver chiesto ad amici e parenti di poter consumare il caffè all’aroma di cocco - dice Calonaci - mi servivano le strisce di un bianco opaco per realizzare le parte del Duomo facendo sembrare le pareti di marmo, forse il progetto più complesso da mettere in piedi». Sul tavolo da lavoro anche attrezzi che non ci si aspetterebbe.

I numeri

«Per stendere le capsule e poterle lavorare mi sono servito di una vecchia macchinetta per tirare la pasta, mentre questa – dice mostrando una piccola spianatrice casalinga – l’ho presa di seconda mano, le prime volte usavo quella che abbiamo in casa, ma mia moglie non sopportava l’idea che passassi le strisce di alluminio nella macchina per la pasta e così mi sono dovuto organizzare. Inoltre ho costruito anche alcuni attrezzi perché mi piaceva realizzare tutto artigianalmente. Per fare la cupola del Brunelleschi, ad esempio, ho realizzato le strisce in modo tale da poterle piegare». È così che dopo alcuni anni sono nati il Duomo, Palazzo Vecchio e il Ponte Vecchio e in questi giorni sono in mostra fino al 26 giugno nella sede dell’azienda qu.in. di Calenzano. «Firenze in capsule» titolo adatto all’esposizione, è anche un inno alla manualità e all’ingegno di Calonaci. Per realizzare tutti e tre i monumento ha impiegato 16.200 capsule usate, per Palazzo Vecchio, 3400 capsule, l’impegno è stato di un anno e più o meno anche per gli altri monumenti, per il Duomo sono servite 8500 capsule e “solo” 4300 per il Ponte Vecchio. Il caffè, in questo caso, fa bene all’arte e all’artigianato.

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