Il Tirreno

Firenze

La sentenza

Firenze, sconto di pena ai due fratelli killer

di Paolo Nencioni

	La polizia scientifica sul luogo dell'omicidio
La polizia scientifica sul luogo dell'omicidio

Uccisero un cugino e ne ferirono un altro nel parcheggio di Careggi: caduta l’aggravante dei futili motivi

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FIRENZE. La Corte d’assise d’appello ha confermato le condanne inflitte in primo grado ai fratelli Badr e Abd Lhalim Zitouni, di 28 e 22 anni, ritenuti responsabili dell’omicidio del cugino Ismail Touri e del tentato omicidio dell’altro cugino Younes Touri, avvenuto a colpi di coltello il 9 ottobre 2022 nel parcheggio dell’ospedale di Careggi.

Badr Zitouni, difeso da Federico Febbo e Costanza Malerba, è stato condannato a 18 anni e 2 mesi di reclusione, mentre il fratello Abd Lhalim, difeso da Lodovica Gatti Dei, a 16 anni e 2 mesi.

Ma i due imputati avranno un piccolo sconto di pena in base alla legge Cartabia, pari a un sesto, perché non hanno presentato appello ed esiste una norma che concede un beneficio di questo tipo per scoraggiare i ricorsi in appello senza speranza. A fare appello, in questo caso, era stato il pubblico ministero Francesco Sottosanti, che aveva ritenuto troppo mite la condanna inflitta ai due fratelli in primo grado e ora se la vede ulteriormente diminuire. In base ai calcoli, Badr Zitouni se la caverà con poco più di 15 anni, mentre il fratello Abd Lhalim sconterà 13 anni e mezzo di carcere. Certamente non una pena esemplare per un omicidio che era apparso particolarmente efferato. Il pubblico ministero infatti ha insistito per la condanna all’ergastolo contestando i futili motivi, aggravante che era già caduta in primo grado.

I due fratelli marocchini, armati di coltello e bastone, affrontarono di notte i cugini nel parcheggio dell’ospedale in seguito a una precedente lite nel corso della quale Badr era stato picchiato ed era finito proprio a Careggi. Secondo quanto ricostruito nel processo, insieme al fratello dette appuntamento ai cugini per risolvere la questione e la seconda lite finì in un bagno di sangue. La parte civile era rappresentata dall’avvocato Samuele Zucchini e ha ottenuto per ora un risarcimento provvisionale di 130mila euro. 

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