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Salmonella, scontro fra Asl e sindaci sulle misure post-intossicazione

di Elena Andreini
Salmonella, scontro fra Asl e sindaci sulle misure post-intossicazione

Firenze, l’azienda sanitaria: «Non ne furono prese». I Comuni: «Affermazioni false»

28 ottobre 2024
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SESTO FIORENTINO. È scontro tra i Comuni soci di Qualità e Servizi e Asl. A far traballare il rapporto è il “caso salmonella” e il documento delle prescrizioni firmato dal direttore generale della Asl, ufficio di sicurezza alimentare. Il documento delle prescrizioni, spiegano i sindaci soci dell’azienda Qualità e Servizi, Lorenzo Falchi, di Sesto Fiorentino, Giuseppe Carovani di Calenzano, Giampiero Fossi di Signa, Edoardo Prestanti di Carmignano, Sara Di Maio di Barberino di Mugello e la vicesindaca di Campi Bisenzio Federica Petti, è stato consegnato all’azienda di via del Colle a Calenzano che ha immediatamente informato i soci.

Quello che ha colpito gli amministratori locali è la chiusura del documento «che – dice il sindaco Falchi – fa dichiarazioni gravi e senza nessuna documentazione a supporto. Riferisce che Qualità e servizi non ha garantito un’adeguata analisi delle cause dell’episodio tossinfettivo, a tale riguardo non ha posto in essere le necessarie misure per il contenimento della tossinfezione tra i quali mancata e immediata autosospensione dell’attività. Secondo l’ufficio della sicurezza alimentare dell’Asl la responsabilità nel non aver contenuto la tossinfezione sarebbe da mettere in carico all’azienda Qualità e Servizi». Un’accusa che i sindaci non accettano. E ripercorrono le tappe della giornata del 25 settembre quando i soci dell’azienda delle mese decisero di sospendere il servizio mensa. «Come Comune di Sesto – spiega Falchi -abbiamo ricevuto la prima informazione mercoledì 25 settembre attraverso una mail alle 15.32 da parte di un istituto privato sestese, in cui si metteva a conoscenza il Comune che c’erano alcuni bambini ricoverati con sintomi assimilabili a salmonella. Appena ricevuto la mail abbiamo informato Qualità e Servizi che non aveva informazioni di questi casi. Da uno scambio veloce tra noi soci in via cautelativa è stato deciso di sospendere l’attività del centro cottura mettendoci a disposizione della Asl per le indagini del caso».

Il 26 settembre viene sospeso il servizio mensa. «Ho anche avvisato il direttore generale della Asl nel pomeriggio del 25 settembre di questa decisione – precisa Falchi – e Qualità e Servizi ha preso contatto con la Asl dicendo che si auto-sospendeva e si mettevano a disposizione per tutte le verifiche del caso. Questo ha portato alla chiusura del servizio il 26 settembre. Immediatamente, senza aver avuto dati ufficiali».

Alla conferenza stampa dei Comuni soci di Qualità e Servizi erati presenti tra il pubblico anche alcune mamme del Comitato dei genitori ActionSalmonella. Dati ufficiali che per ora non sono stati resi noti, restano validi quelli forniti alcune settimane fa dall’assessore regionale Simone Bezzini al consiglio regionale: 222 casi di minori e due adulti. Anche l’indagine epidemiologica per conoscere cosa ha scatenato la tossinfezione ancora non è stata resa nota.

«Sappiamo – afferma il sindaco Falchi – che sono dati complessi e abbiamo interesse a conoscerli il prima possibile. Sembra che sia concentrata l’indagine sui pomodori serviti e che la Asl sta indagando». Resta invece il punto finale delle prescrizioni dettate dalla Asl. «Pretendiamo subito che questa informazione – dicono i sindaci – se non è corretta come noi sappiamo, venga subito cancellata». Oltre a eliminare questo punto i sindaci chiedono chiarezza. «Se in un documento della Asl viene scritta qualcosa palesemente non corretta – precisa Falchi – senza fondamento per essere sostenuta sono molto preoccupato. Chiedo venga fatta chiarezza e si ripercorra subito la filiera delle notifiche delle informazioni e si spieghi chiaramente quando si doveva intervenire e sulla base di quali informazioni». L’amministratore di Qualità e Servizi nel consiglio comunale di Calenzano del 26 settembre ribadì «La Asl ci ha fornito un giudizio informale dove non si parla di chiusura del centro cottura di via del Colle».
 

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