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Il progetto

Più verde, meno cemento: la Mercafir cambia volto

di Chiara Vignolini
L'open day di ieri alla Mercafir
L'open day di ieri alla Mercafir

La riqualificazione è prevista dal Piano operativo comunale Ieri un “open day” dedicato a cibo, ambiente e sostenibilità

29 settembre 2024
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FIRENZE. Un’area di trentotto ettari, presa in considerazione anche per la costruzione dello stadio, dove quotidianamente arrivano tutti i prodotti della nostra tavola: frutta, verdura, pesce e carne. Si tratta del Mercafir che, durante la giornata di ieri, ha aperto i propri cancelli a tutta la cittadinanza per far conoscere le varie realtà che lo compongono.

Non solo, l’iniziativa “MercaFirenze” ha anche lo scopo di far vedere come verrà trasformata l’area del mercato, infatti, il progetto di riqualificazione è stato inserito all’interno del Piano operativo comunale e attualmente si trova in fase di esame da parte della Regione. «Nel comparto nord sorgerà il nuovo mercato che disporrà di criteri più efficienti e razionali anche dal punto di vista logistico – spiega Gianni Tapinassi, presidente Mercafir –. Mentre la parte sud ospiterà un mix di logistica funzionale legata alla distribuzione a ultimo miglio, si tratta dell’ultima fase del processo di consegna del prodotto dal centro di smistamento fino al cliente, che prevede l’uso di mezzi elettrici in modo da liberare il quartiere di Novoli da traffico e rumore». Con l’intervento di riqualificazione si va a far fronte alle esigenze di vari attori che operano e ruotano attorno a questa grande realtà. «Da una parte abbiamo chi, quotidianamente, lavora all’interno di Mercafir quindi operatori del mercato, distributori e grossisti che richiedono spazi e strutture logistiche adeguate ai tempi, dato che disponiamo ancora del carico a raso e non abbiamo la possibilità di avere delle baie di carico che consentirebbero di facilitare le operazioni di movimentazione della merce – afferma Tapinassi –. Dall’altra abbiamo gli abitanti di Novoli, il quartiere in cui siamo immersi, che vorrebbero più verde, meno traffico e trovare un modo per ridurre l’isola di calore».

Sì, perché viale Guidoni e l’intera area Mercafir costituiscono una delle isole di calore più grandi d’Italia. Durante il periodo estivo le temperature superficiali arrivano a toccare vette di cinquanta gradi. Nel progetto è prevista anche la creazione di un’area verde. «Per quanto riguarda gli aspetti economici e finanziari abbiamo chiesto l’accesso ai fondi del Pnrr – conclude il presidente del Mercafir –. Dobbiamo trovare una quadra che soddisfi le esigenze di tutti».

Durante la giornata di ieri, però, non sono mancate le iniziative sociali ed è stata l’occasione per far conoscere alla cittadinanza la realtà del Banco Alimentare che, dal 2016, ha sede regionale proprio all’interno dell’area. «Lavoriamo su tutta la Toscana e collaboriamo con 560 strutture caritative – spiega Leonardo Berni, presidente Banco Alimentare Toscana –. Noi recuperiamo il cibo che diventerebbe, sostanzialmente, rifiuto. Verifichiamo che vada bene da un punto di vista di sicurezza alimentare e lo distribuiamo alle strutture caritative». Da quando dispongono dei magazzini Mercafir le loro distribuzioni sono notevolmente aumentate: «Siamo passati da 2mila tonnellate nel 2015 alle 4.300 tonnellate nel 2023 e questo è stato possibile proprio grazie agli spazi che abbiamo qua» sottolinea Berni. Una giornata con iniziative, laboratori, conferenze, concerti e show culinari proprio per far avvicinare il più possibile la cittadinanza a questa realtà. «Spesso quando i fiorentini pensano al Mercafir lo indicano come il luogo dove sarebbe dovuto sorgere lo stadio, ma è una realtà indipendente e autonoma» afferma Gianni Tapinassi.

Per l’amministrazione comunale il ruolo svolto dal mercato è di fondamentale importanza. «Il nostro obiettivo è consolidare i rapporti di collaborazione con Mercafir per ampliare le attività legate al sociale e creare condizioni per cui l’intero spazio possa crescere» dice Nicola Paulesu, assessore al Welfare. Per Giovanni Bettarini, assessore alla Cultura, il futuro del cuore logistico alimentare della città deve essere pensato su due punti di vista: «Abbiamo valutato una serie di azioni che vedono l’evolversi del centro sia dal punto logistico che alimentare, bisogna pensare all’ambiente e costruire una realtà che sia più verde e a disposizione dei cittadini ma anche più rivolta al sociale e alle persone che vi operano».

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