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Mostro di Firenze, i pm partecipano alla riesumazione del cadavere di Francesco Vinci
L’annuncio del detective: «La procura vuole indagare»
FIRENZE. La procura fiorentina ha accolto l’appello del criminologo e investigatore privato Davide Cannella e ha deciso di riesumare il cadavere di Francesco Vinci, sepolto nel cimitero di Montelupo Fiorentino. La notizia è stata diffusa ieri dallo stesso Cannella.
Francesco Vinci, originario di Villacidro in provincia di Cagliari, che fu uno dei protagonisti della “pista sarda” sulle indagini relative ai duplici delitti del cosiddetto mostro di Firenze. Fu arrestato nel 1982 perché sospettato di essere l’autore degli omicidi delle coppiette. Salvo poi essere scagionato dopo il delitto di Giogoli, in cui trovarono la morte i due ragazzi tedeschi Uwe Rush e Horst Meyer, avvenuto mentre era in carcere. Nel 1993 venne trovato ucciso e carbonizzato insieme all’amico Angelo Vargiu nel bagagliaio della sua Volvo 240 nelle campagne di Pisa. I familiari nei giorni scorsi hanno chiesto di riesumare il cadavere, perché sospettano che non si tratti di quello del proprio congiunto. Adesso si sono mossi i pm fiorentini, che hanno accolto l’appello arrivato da Cannella e hanno deciso, spiega l’investigatore, di procedere alla riesumazione. «La procura mi ha spiegato che in relazione a quel cadavere ci sono grandi problemi – spiega Cannella –, e che per questo non è certo che si tratti di Vinci». «Sono molto felice – ha aggiunto l’investigatore – che la procura si occupi della cosa, le pm titolari del caso hanno già fatto le nomine dei consulenti, anche noi ne nomineremo ma non abbiamo ancora formalizzato gli atti». Lo scopo della riesumazione è quello di tentare di estrapolare del dna, compito che la procura avrebbe affidato, secondo quanto si apprende, al genetista Ugo Ricci e alla medico legale Martina Focardi, e confrontarlo con quello di uno dei figli di Vinci,grazie a un campione prelevato nei giorni scorsi. «La riesumazione – annuncia ancora Cannella – verrà eseguita entro la settimana».
«La moglie Vitalia Melis ha validi motivi di sospettare che Vinci sia ancora vivo», spiegava nei giorni scorsi il criminologo, procuratore speciale della famiglia. Il detective non esclude inoltre che il dna che sarà estrapolato possa essere valutato anche per altre comparazioni nell’ambito delle indagini sui delitti del mostro di Firenze, in particolare per quanto riguarda il filone della “pista sarda”.
«Molti – si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi dall’agenzia di investigazioni Falco di cui Cannella è titolare –, alla macabra fine di Francesco, andarono con la mente alla vicenda di suo fratello Salvatore Vinci, anche lui indagato nel 1985 per gli omicidi del mostro di Firenze e anche lui, come Francesco, amante della prima vittima femminile della serie, Barbara Locci e che avrebbe fatto credere a tutti di essere deceduto per un male incurabile al fegato, ma che secondo il detective Davide Cannella, vivrebbe ancora sotto falso nome in un paesino della Spagna». Dunque Francesco come il fratello Salvatore, entrambi ancora vivi, entrambi coinvolti nelle indagini sui misteriosi delitti attribuiti al cosiddetto mostro di Firenze.